Cittanova. L'appello di Maiolo (Rete dei Comuni Solidali): "Aiutiamo un bimbo di due anni che rischia di morire"

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images Cittanova. L'appello di Maiolo (Rete dei Comuni Solidali): "Aiutiamo un bimbo  di due anni che rischia di morire"
Giovanni Maiolo
  11 novembre 2020 16:00

Un appello ad aiutare un bambino di due anni, che vive a Cittanova, affetto da tetraparesi spastica con ritardo mentale grave, è stato lanciato da Giovanni Maiolo della Rete dei Comuni Solidali.

"Antonio (lo chiameremo così per tutelarne la privacy) - afferma Maiolo - ha solo due anni di vita ma ne dimostra meno. Non cammina e non camminerà mai. Non riesce a mangiare. Respira a fatica perché la sua malattia gli atrofizza gli organi vitali. Antonio non avrà una vita lunga, è quello che tutti i (tanti) medici consultati dagli operatori della cooperativa Sankara continuano a ripetere".

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Nell'ultima occasione in cui si è reso necessario l'intervento di un'ambulanza, racconta Maiolo, "a causa dell'emergenza covid e di una sanità disastrata, quella calabrese, di ambulanze non ce ne sono". Il bambino è assistito dagli assistenti sociali, dagli psicologi, dai mediatori e dagli operatori sociali della società cooperativa Sankara, socia della Rete dei Comuni Solidali.

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"Si tratta - afferma Maiolo - di lavoratori di un progetto di accoglienza per casi ordinari, quello del comune di Cittanova. Un comune con un sindaco e un'amministrazione comunale estremamente sensibili verso le persone in difficoltà, che si impegnano quotidianamente a sostenere. Antonio, con i suoi gravissimi problemi di salute, il suo fratellino e la sua mamma non dovrebbero essere qui, dovrebbero trovarsi in un centro specializzato, dove possa essere seguito da personale sanitario. Invece è a Cittanova, praticamente dalla nascita. Dapprima all'interno del sistema di protezione per i rifugiati poi, scaduti i termini dell'accoglienza, non rinnovata dal Servizio centrale Siproim, affidato alle cure volontarie del personale di Sankara".

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"Innumerevoli - afferma Maiolo - le segnalazioni fatte dagli operatori di progetto ai referenti del Servizio Centrale; le richieste di supporto e aiuto atte a sostenere il carico familiare; le segnalazioni fatte alle Istituzioni e Autorità Giudiziarie e, non per ultimo, tante le richieste d'inserimento fatte dai Servizi Sociali del Comune di Cittanova a 'casa famiglia', le quali hanno ripetutamente espresso parere negativo per la difficoltà a prendersi carico delle problematiche presentate".

"Per questo - conclude - abbiamo deciso di lanciare questo appello di fronte all'abbandono delle istituzioni. Diffondiamo la loro storia nella speranza che qualcuno si faccia avanti e possa aiutarli". 

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