"Nel 2017 era saldamente al comando dell’ASP di Catanzaro il Dott. Giuseppe Perri, quando con delibera nr. 408 veniva assegnato l’incarico di responsabile della farmacia interna all’Ospedale di Soveria Mannelli. Tra gli aspiranti a ricoprire il prestigioso incarico dirigenziale, fu scelta la Dott.ssa Gatti e non certo, come sussurrano i maligni, perché fosse la moglie del Direttore Generale". E' quanto racconta il Codacons con il vicepresidente nazionale Francesco Di Lieto.
"Ora a prescindere dalle stupide illazioni, quella nomina deve aver fatto storcere il naso a qualcuno, visto che la Commissione che oggi guida l’ASP di Catanzaro - dopo lo scioglimento per mafia e il coinvolgimento del povero Dott. Perri, nell’ambito dell’operazione denominata “Quinta bolgia”, coordinata dalla DDA di Catanzaro - ha ritenuto di usare il pugno di ferro. “Il Dirigente deve assicurare la presenza giornaliera”… hanno tuonato i Commissari. Non può essere tollerata - il Codacons citando una lettera interna-, infatti, una presenza definita “non sempre costante”. L’eleganza della Commissione ci consegna un modus operandi che parrebbe davvero simile a quello che, secondo la Procura di Catanzaro, veniva usato da circa 60 dipendenti della stessa ASP".
“Un sistema collettivo, nel quale tutti si beano di un’imperante e generalizzata sensazione d’impunità proprio perché tutti complici, controllori e controllati” - scriveva il GIP Dott. Claudio Paris, a proposito della recente operazione “Cartellino rosso” sui “furbetti del cartellino”. Forse sarà servita a qualcosa quell’operazione, se la “triade” commissariale è giunta a redarguire il dirigente dell’ospedale di Soveria Mannelli in maniera così veemente. L’ultimatum imposto dai vertici dell’ASP sembra- scrive Di Lieto-, infatti, non solo confermare le parole del Dott. Paris, ma costituisce quasi una sorta di ammissione: “così fan tutti”. Non sappiamo se nei comportamenti del dirigente che ometta di recarsi sul posto di lavoro, si possano configurare gli estremi del reato di truffa ed integrino un danno erariale, tuttavia riteniamo doveroso rivolgerci ai Commissari dell’ASP affinché provvedano, senza indugio, ad esaminare l’intera pratica della “famiglia” Perri. Non solo obbligare la moglie, come un qualsiasi dipendente, a recarsi, quotidianamente, sul posto di lavoro. Ma soffermarsi ad esaminare l’avvenuta reintegra dell’ex. DG".
"Da tempo insistiamo su questa “strana” reintegra - sostiene il Codacons-, che ha consentito al Dott. Perri (da pensionato) di ritornare a fare il medico di medicina generale, a discapito di tanti giovani medici che si son dovuti arrendere dinnanzi ai titoli vantati dell’ ex direttore generale. La pratica di reintegro, ad esempio, risulta essere stata istruita dal Dott. Maurizio Rocca. Anche lui con qualche problemino con la giustizia ma sicuramente riconoscente verso l’ex D.G. per essere stato da lui nominato prima direttore del distretto di Catanzaro e quindi presidente del comitato aziendale per la medicina generale. In fondo è nei momenti difficili che gli amici devono essere utili ai loro amici".
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