Codacons sostiene la battaglia di USB Sanità contro "un regolamento che viola i principi di uguaglianza"

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Francesco Di Lieto
  08 luglio 2025 18:41

 Il Codacons esprime pieno sostegno alla denuncia di USB Sanità "contro l'accordo sindacale ratificato dall'ASP di Catanzaro con delibera n. 150 del 5 febbraio 2025. Una delibera che introduce criteri discriminatori e costituzionalmente illegittimi per l'accesso alla produttività dei lavoratori.L'accordo in questione stabilisce che per accedere alla retribuzione di risultato i dipendenti devono garantire una "effettiva presenza in servizio" pari al 50% delle giornate lavorative annuali, corrispondente a 151 giorni per chi lavora su sei giorni settimanali". 

"Questo criterio rigido penalizza gravemente i lavoratori che si trovano in condizioni di fragilità, violando i principi costituzionali sanciti dagli art. 3 e 37 della Costituzione", sostiene Francesco Di Lieto vicepresidente nazionale del Codacons.

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"Il regolamento non distingue tra assenze volontarie e quelle dovute a cause di forza maggiore o all'esercizio di diritti costituzionalmente garantiti, equiparando ingiustamente ferie, malattie, infortuni sul lavoro, congedi per maternità, permessi per assistenza a familiari disabili ex lege 104/1992 e congedi parentali.
Discriminazione indiretta contro le donne lavoratrici Particolarmente grave appare la discriminazione indiretta nei confronti delle lavoratrici madri, in palese violazione dell’art. 37 della Costituzione che garantisce alla donna lavoratrice "gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore" e dell’art. 25 del Codice delle Pari Opportunità, che vieta espressamente ogni trattamento che "in ragione del sesso, dell'età anagrafica, delle esigenze di cura personale o familiare, dello stato di gravidanza nonché di maternità o paternità" ponga il lavoratore "in posizione di svantaggio rispetto alla generalità degli altri lavoratori".
Violazione dei principi del pubblico impiego Il regolamento contrasta, inoltre, con l’art. 7 del D.L.vo 165/2001, che impone alle pubbliche amministrazioni di "garantire parità e pari opportunità tra uomini e donne e l'assenza di ogni forma di discriminazione" e di individuare "criteri certi di priorità nell'impiego flessibile del personale" a favore dei dipendenti "in situazioni di svantaggio personale, sociale e familiare". 

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"Un attacco ai diritti dei lavoratori disabili e dei loro familiari Inaccettabile appare la penalizzazione di chi usufruisce dei permessi previsti dalla legge n. 104/1992 per assistere familiari disabili, diritto costituzionalmente garantito e tutelato anche dall'art. 2-bis legge n. 104/92 che vieta espressamente di "discriminale o riservare un trattamento meno favorevole ai lavoratori che chiedono o usufruiscono" di tali benefici. Forse all’Azienda non è chiaro che chi “gode” dei permessi previsti dalla legge n. 104/1992 non è un privilegiato e che farebbe, di certo, volentieri a meno di quei benefici, se solo avesse la salute dei propri familiari. Come chiarito dalla giurisprudenza, la produttività costituisce parte integrante della retribuzione e non può essere arbitrariamente decurtata per assenze legittime.  Il diritto costituzionale ad una retribuzione proporzionata non può essere subordinato a criteri discriminatori che penalizzano l'esercizio di diritti fondamentali. Un patto contro i lavoratori che reggono la sanità calabrese Mentre i vertici aziendali, spesso responsabili di dissesti finanziari ed inefficienze gestionali, continuano a percepire lauti compensi, questo accordo colpisce proprio coloro che quotidianamente, tra turni massacranti e condizioni di lavoro disumane, tentano di tenere in piedi il traballante sistema sanitario calabrese"- afferma Francesco Di Lieto.

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"Proprio per questo appare “bizzarro” l'operato delle organizzazioni sindacali che hanno avallato questo scempio contrattuale, tradendo la loro funzione costituzionale di tutela dei lavoratori. Sarebbe doveroso che le sigle sindacali spiegassero ai lavoratori perché hanno firmato un accordo che trasforma la produttività (parte integrante del salario) in un privilegio riservato solo a chi può permettersi di non ammalarsi mai; privilegia chi decide di non avere figli; privilegia che decide di non assistere familiari disabili. Questi sindacati hanno accettato che una madre che accompagna il figlio autistico in ricovero venga penalizzata economicamente; che un autista di ambulanza con la gamba rotta non percepisca la produttività.La storia ricorderà i loro nomi come quelli di chi, in un momento cruciale per i diritti dei lavoratori della sanità, ha scelto di stare dalla parte sbagliata della barricata, tradendo la fiducia di tante lavoratrici e lavoratori che speravano di avere in loro dei difensori, trovandosi invece di fronte a dei complici delle peggiori vessazioni padronali.Il Codacons invita tutti i lavoratori danneggiati da questo regolamento discriminatorio a far valere i propri diritti in tutte le sedi competenti. 
Non possiamo tollerare che, sotto la maschera di criteri apparentemente neutri - conclude Di Lieto - si nascondano meccanismi che colpiscono sistematicamente i più deboli e vulnerabili .La dignità del lavoro e il rispetto dei diritti costituzionali non sono negoziabili."

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