“Coltivare diversamente” è un progetto dell’associazione “L’Alveare” che ha origine da lontano. Da quando, cioè, nel ’99, i genitori di ragazzi con disabilità psichica e intellettiva si sono chiesti, dando vita all’associazione, quale potesse essere per loro il giusto percorso una volta terminata la scuola. La risposta è stata una sola: il lavoro.
Ora il progetto di inclusione sociale e lavorativa, che ha subìto diverse battute d’arresto, riprende con l’approvazione e il finanziamento da parte della Regione Calabria, attraverso il bando per il sostegno di progetti di rilevanza sociale ai sensi degli articoli 72 e 73 del d.lgs 117/17, Codice del Terzo Settore. Il luogo in cui realizzarlo c’è anche, e da parecchio tempo, mediante l’approvazione unanime del Consiglio provinciale di Catanzaro (quando alla presidenza c’era Wanda Ferro) che ha affidato all’associazione, in comodato d’uso, i terreni e le strutture che afferiscono all’ex Istituto Agrario di Belcastro, in località Fieri, a seguito anche dell’approvazione unanime del Consiglio comunale di Belcastro.
Per dare ufficialità ad un’idea progettuale che sembra finalmente decollare, sabato mattina L’Alveare – con a capo il presidente, Gaetano Dell’Acqua, ed il presidente della cooperativa “Agrama” nata in seno all’associazione, Guglielmo Merazzi - ha voluto attorno a sé tutti coloro che hanno fatto parte della sua storia, dall’ex sindaco di Belcastro Ivan Ciacci – che si è speso in prima persona perché questa parte del territorio, a cavallo di due province, non fosse lasciata sola, ma destinata a scopi sociali – al vicesindaco di Belcastro, Tommaso Mazza, ed al sindaco di Botricello, Simone Puccio, che hanno manifestato il pieno sostegno all’iniziativa, garantendo la disponibilità delle strutture comunali che possano servire al progetto di inclusione socio-lavorativa attraverso l’agricoltura.
Ma a dare man forte alla bontà del progetto, che intende partire dalla coltivazione e dalla trasformazione di prodotti agricoli – quali marmellate e passate di pomodoro – per entrare nel mercato e garantire opportunità lavorative ai ragazzi che acquisiscono così competenze ed abilità specifiche - e che si accompagna anche ad un progetto di riqualificazione ambientale del territorio per lungo tempo abbandonato - è intervenuto Stefano Alcaro, presidente del confinante Crisea (Centro di Ricerca e Servizi Avanzati per l’Innovazione Rurale), di proprietà della Provincia, che con L’Alveare ha ammesso di poter stringere una collaborazione legata alla produzione del grano Cappelli, tipico della zona, con particolare attenzione rivolta all’agri-fotovoltaico per la produzione dell’energia. A seguire gli interventi, coordinati da Guglielmo Merazzi, dell’assessore alle Politiche Sociali del comune di Catanzaro Venturino Lazzaro, del presidente dell’Amministrazione Provinciale Amedeo Mormile, rimasto letteralmente colpito dalle enormi potenzialità del luogo, e del presidente dell’Andel (Agenzia Nazionale Disabilità e Lavoro), Enrico Seta, che ha insistito sull’opportunità di investire su figure specializzate in materia di lavoro per persone con disabilità, per evitare, come avviene, di incorrere in una miriade di progetti per i quali non esistono dati certi sulla loro occupazione reale.
La presenza al tavolo della senatrice Tilde Minasi, che opera all’interno della Commissione Affari Sociali, è stata l’occasione anche per i responsabili di altre associazioni, vicine a L’Alveare – Luciana Loprete dell’UICI di Catanzaro e presidente della Commissione Pari Opportunità di Catanzaro, don Alfonso Velonà della UALSI, Ninetta Cristallo di Ave-Ama, Giuseppe Mazzitelli di “Volare senz’Ali”e Aurelia Ramundo della Fondazione “Arnoldo Folino” – di esternare le enormi difficoltà che accomunano tutti coloro che pensano al benessere di quanti vivono una condizione di disabilità, confidando in un “Dopo di noi” che sia il meno traumatico possibile.
Dal canto suo, la senatrice, che per giunta ha avuto il merito di emanare il bando con il quale è stato finanziato il progetto, quando era assessora regionale alle Politiche Sociali, è stata lapidaria riguardo ai finanziamenti: “I soldi ci sono, anche per il “Dopo di noi”, si tratta solo di mettersi insieme, famiglie ed associazioni – ha affermato- Bisogna cambiare approccio, lavorare per il bene di tutti, soprattutto di chi vive una condizione di disagio, ed alla luce del nuovo Codice del Terzo Settore, che ai volontari dà la titolarità per sedersi ai tavoli con le istituzioni”.
La mattinata è proseguita in un clima di convivialità, con i ragazzi e le loro famiglie, con la degustazione di prodotti tipici locali, quali la pasta che la cooperativa “Agrama” ricava dal grano antico “Cappelli”.
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