Come l'arte supererà la pandemia. Intervista a Luigi Polillo, curatore e critico d'arte originario di Cosenza

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images Come l'arte supererà la pandemia. Intervista a Luigi Polillo, curatore e critico d'arte originario di Cosenza
Luigi Polillo
  18 maggio 2020 12:02

di CARMINE MUSTARI

L’arte e la cultura ferme per la quarantena sono comunque sempre settori attivi. Lo abbiamo constatato con le aperture virtuali dei musei nazionali, delle gallerie e di quei luoghi storico-archeologici  in ogni luogo del Bel Paese e la Calabria non è stata da meno. Per quanto riguarda questo ampio settore abbiamo intervistato Luigi Polillo, curatore e critico d’arte nato a Cosenza nel 1987. Si forma presso il Liceo Artistico, consegue la Laurea in Storia e Conservazione dei Beni culturali con indirizzo storico-artistico e prosegue il suo percorso ampliando gli studi in filosofia ed estetica.

Vinicio Momoli e Luigi Polillo

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Ci parla  della figura del curatore e critico d’arte, del suo percorso sinora compiuto? Ci sono stati dei momenti  indimenticabili? 

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"Ci troviamo in un'era in cui tali figure sono divenute indispensabili nel sistema artistico, e inevitabilmente, dai primi esordi del XVIII secolo, con l’organizzazione delle esposizioni pubbliche di opere d’arte come i “salons” parigini ottocenteschi, abbiamo assistito ad un’evoluzione, in quanto, alla figura cattedratica del critico, è subentrata negli anni 60’ la critica militante spinta anche da ideologie socio-politiche, sino ad approdare, nei tempi odierni, alla figura curatoriale, la quale si colloca in un ottica manageriale dell’arte e della cultura. Credo che alla base di ogni lavoro debba esserci una preparazione e una forte passione che spinge a credere nei propri sogni; naturalmente la teoria è importante, ma ciò che ha segnato il mio percorso, è stata la pratica, e soprattutto i rapporti umani con diversi artisti e operatori culturali. Relazionandomi in un contesto nazionale, ho avuto modo in questi anni di crescere e acquisire consapevolezza dell’arte. Porto con me dei momenti di felicità, come ognuno di noi; essi servono a darci forza soprattutto nei momenti bui, ma in particolare ne ricordo uno con grande emozione, e vorrei condividerlo con voi: molti anni fa partecipai al rito della Luce a Castel di Tusa, dove ai piedi della Piramide - opera monumentale di Mauro Staccioli - centinaia di persone si riuniscono, e, tra ritmi musicali e performances, ogni individuo vive un’ esperienza sensoriale e mistica di imparagonabile bellezza trascendentale".

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Nei progetti artistici  realizzati con chi ha  avuto modo di collaborare e affiancarsi?

"Numerose sono state le collaborazioni in questi cinque anni e spero se ne creino delle altre. Dietro ogni evento artistico un importante ruolo lo svolgono i tecnici e gli operatori museali; a tal proposito, nel 2019, ho avuto il piacere di affiancare il critico Giorgio Bonomi, con la curatela dell’ esposizione realizzata al Museo MARCA di Catanzaro, nominata “L’anima e la visione” dell’artista Pino Pingitore; inoltre, ho dato il mio contributo scritto a testi critici di elevata statura come Renato Barilli ed Edoardo di Mauro, facenti parte del progetto editoriale monografico dell’artista Vinicio Momoli".

L’intero globo sta vivendo attualmente un momento drammatico a causa di questa pandemia; secondo lei quali dovrebbero essere i punti qualificanti per una ripresa nell’ambito artistico?  

"L’argomento richiederebbe un’ approfondita disamina anche in termini scientifici che preferisco non trattare, essendo materia non di mia competenza. Sicuramente uno degli aspetti fondamentali per ogni persona è la positività, il voler cercare in essa la forza di reagire e sorpassare questo momento surreale. I punti qualificanti sono, come in ogni epoca, le forme d’espressione e d’ingegno dell’uomo; la sua creatività si evolverà sicuramente sotto forma di sperimentazione tecnologica attraverso cui subentreranno ai momenti conviviali e di aggregazione, distanziamenti sociali e percorsi virtuali. Ciò porterà sicuramente a nuove forme d’arte, ma anche un forte individualismo, spero temporaneo".

Qual è il suo rapporto con gli artisti?

"Ognuno di noi, tramite il proprio fondamentis, ha una concezione dell’arte; gli artisti hanno sempre cercato, attraverso il loro operato, di spiegare il mondo o semplicemente dar vita alle loro emozioni. Non ho mai criticato ma bensì elogiato il loro lavoro, qualora lo ritenessi valido ed emozionante; cerco di capire e soprattutto leggere nella loro anima, instaurando un rapporto di sinergia e complicità, mimetizzandomi come ombra, divenendo in alcuni casi amico. Sono sempre incentrato su una ricerca incessante di bellezza e di scambi vitali; per questo motivo gli studi visit sono per me di fondamentale importanza".

Cosa si aspetti dal futuro? 

"Nulla, mi concentro sul presente"

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