Il presidente dell'Ordine degli avvocati bacchetta il Nicola Morra
30 settembre 2020 10:58di ANTONELLO TALERICO*
Abbiamo appreso dalla stampa che la Commissione parlamentare Antimafia ha ritenuto di far tappa a Catanzaro nelle giornate di lunedì 28 e di martedì 29 settembre per una serie di audizioni, ascoltando le varie istituzioni del territorio ed alcune associazioni territoriali.
Peccato che Morra, presidente della commissione parlamentare antimafia, si sia dimenticato di ascoltare e convocare il Consiglio dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro.
Il presidente Morra forse non sa che il Consiglio dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro esprime anche un proprio componente in seno al Consiglio Giudiziario presso la Corte di Appello di Catanzaro e, che lo stesso Ordine degli Avvocati è componente, altresì, della Commissione permanente presso la medesima Corte di Appello.
Probabilmente il presidente Morra non sa neanche che il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati è un Ente pubblico e non una semplice associazione bocciofila.
Come si può pensare di avviare una istruttoria per “approfondire quanto più possibile le necessità e le difficoltà che si riscontrano sul territorio per dare tutto il supporto necessario” (per come dichiarato da Morra), se si omette, poi, di ascoltare proprio coloro (gli Avvocati) che operano in prima linea in un territorio difficile in qualità di difensori dei diritti, esponendosi in prima persona e portando avanti le vere battaglie di giustizia, senza populismi o passerelle di facciata.
Senza l’Avvocatura non esisterebbe alcuna tutela del diritto ed alcuna difesa, non esisterebbero neanche equità e giustizia sociale.
Gli Avvocati non sono quelli che vengono descritti da Morra nelle ultime uscite pubbliche, come coloro che sarebbero i responsabili della lentezza della macchina giudiziaria o che traggono vantaggi dai presunti controlli fiscali blandi o peggio ancora che conseguono benefici dalle presunte omissioni dell’agenzia delle entrate.
L’Avvocatura è l’unico strumento che il cittadino ha per formulare la propria domanda di Giustizia, prima ancora che essa arrivi nelle cancellerie degli Uffici Giudiziari e, se un fascicolo o una denuncia giunge sulla scrivania o sul banco del Giudice ciò accade grazie al ruolo ed alla presenza dell’Avvocatura!
Ecco perché il ruolo dell’Avvocato è di vitale importanza nella catena del sistema Giustizia, specie in un territorio difficile come quello calabrese, dove in molti si riempiono la bocca di “lotta alla mafia…ndrangheta…infiltrazioni” pur disconoscendo i più elementari fenomeni sociali e giudiziari del nostro territorio.
Qui non facciamo filosofia!
Se il presidente Morra conoscesse i dati e le statistiche ministeriali si renderebbe conto che ciò che afferma contro l’Avvocatura non ha alcuna corrispondenza nella realtà fenomenica del processo.
Il sistema giustizia è in affanno per le carenze di organico, per le carenze strutturali e per le carenze finanziarie, che spesso determinano una complicata organizzazione degli apparati, nonostante il grande ed apprezzabile sforzo dei capi ufficio e della componente amministrativa.
Abbiamo giudici costretti a rinviare le cause anche a due o tre anni di distanza, perché gli Uffici sono privi delle unità e delle risorse necessarie.
Anche nel processo penale i ritardi perlopiù sono legati a rinvii per motivi dell'ufficio (difetto di notifica degli atti, mancata presenza dei testimoni, etc..).
Da un uomo di stato che riveste un ruolo come quello di Morra, pretendiamo la diffusione di dati obiettivi e non di valutazioni personali cotanto modeste, superficiali e populiste, specie allorquando lo stesso si avventura nel parlare di temi totalmente sconosciuti, come quello dell’Avvocatura.
A parte ciò stupisce la disinvoltura con la quale il presidente Morra afferma che vi sarebbero dei controlli fiscali blandi e di gravi omissioni
operate da amministratori pubblici, non giudiziari, votati a controllare evasioni fiscali.
Secondo il Morra si tratterrebbe di “un fenomeno che riguarda tantissime categorie anche e soprattutto gli specialisti della giustizia (è talmente imbarazzato da dover inventarsi definizioni categoriali inesistenti) che potrebbero trarre vantaggio da situazioni anomale; penso, ad esempio, al gratuito patrocinio”.
Anche tali affermazioni sono la prova provata della confusione e della preoccupante carenza di conoscenza dei fatti e delle procedure (di controllo e del gratuito patrocinio) da parte del presidente della commissione antimafia che disquisisce su una intera categoria professionale, SENZA STRANAMENTE ASCOLTARE I DESTINATARI DI TALI GRAVISSIME ACCUSE.
Auspichiamo allora che il prof. Morra svesta i panni di attivista di Movimento ed indossi quelli di Presidente della commissione parlamentare antimafia, considerando l’Avvocatura un valore aggiunto e, riconoscendole il ruolo che merita tenuto conto che l’attività esercitata a difesa dei propri assistiti è un principio contenuto anche nella carta costituzionale (art. 24), che lo definisce diritto inviolabile!
*Presidente dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro
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