"Leggendo le cronache riguardanti l'evento organizzato dal Pd ieri in Piazza Duomo, mi è sembrato francamente si sia trattato di una messa in scena. Il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà e tutto il Partito Democratico parlano di nuova fase, rinnovamento, di tante cose da fare per ricostruire Reggio Calabria. Da subito ho pensato ad un dèjà-vu: ho letto frasi, slogan e promesse che sono certo di aver già sentito e di averle sentite dalle stesse persone".
Lo afferma, in una nota, Antonino Minicuci candidato a Sindaco di Reggio Calabria per la coalizione di Centrodestra.
"Ad una più attenta analisi - aggiunge - confermo che si tratta di un remake di un film andato in scena nel recente passato, precisamente nel 2014. Sei anni fa i reggini ascoltavano promesse di 'svolte', 'nuove primavere' e rivoluzioni per Reggio Calabria. I cittadini ci hanno democraticamente creduto e alle urne hanno premiato le parole di Falcomatà. Uno dei pregi della politica è esattamente questo: avere la possibilità di cambiare le cose e incidere positivamente sulla vita dei cittadini, mantenendo con i fatti quanto si era promesso in precedenza. Appare quantomeno imbarazzante che il Partito Democratico e Falcomatà ripetano esattamente le stesse cose, sei anni più tardi, dopo un lungo percorso amministrativo che appare oggettivo se non riduttivo definire come disastroso. Mi trovo costretto a constatare che Falcomatà e l'attuale amministrazione, secondo quanto da loro affermato in questa campagna elettorale, vogliono essere alternativi a sè stessi. Vogliono essere il cambiamento, la 'svolta', la 'nuova primavera'. Di nuovo. Più che una primavera però, i reggini hanno vissuto un 'lungo inverno' che è sembrato infinito, senza tempo
"Chiedere oggi, nel 2020 - sottolinea -, la fiducia e ribadire gli stessi concetti espressi nel 2014 credo offenda l'intelligenza di chi ascolta. Perchè si rischia di far credere che in politica è possibile dire tutto e il contrario di tutto, non mantenere alcuna promessa, ridurre in macerie una città, e ripresentarsi candidamente, come se nulla fosse, a ripetere il ritornello imparato a memoria. Probabilmente è il mio rigido e fortunatamente felice percorso professionale a caratterizzare queste categorie mentali, ma credo che in politica valga quello che vale nel lavoro e in generale in tutti gli aspetti della vita: perso ogni granello di credibilità, rimane ben poco da sventolare in propria difesa. Di credibilità, Falcomatà e il Partito Democratico non ne dispongono più". "Chi nel 2014 affiancava l'attuale sindaco uscente di Reggio Calabria a livello nazionale nell'opera di 'rottamazione' e rinnovamento della scena politica, ovvero Matteo Renzi - dice ancora Minicuci - è oggi un 'desaparecido' in cerca di un posto al sole dopo aver collezionato una serie di fallimenti in serie. A chi invece rappresenta oggi il Partito Democratico a livello nazionale, Nicola Zingaretti, vorrei chiedere come mai ha eluso le domande dei giornalisti in merito alla costruzione del Ponte sullo Stretto. Forse perchè preferisce spostare investimenti e risorse fondamentali per il nostro territorio altrove".
"Ad esempio in Sicilia e in Campania. Avrebbe potuto ammetterlo - aggiunge -, invece che soprassedere. Se spogliamo l'attuale campagna elettorale del centrosinistra dagli attacchi alla coalizione di centrodestra, alla visione di fantomatici 'invasori del nord' arrivati per colonizzare Reggio Calabria e al copia-incolla delle promesse già fatte sei anni fa, rimane il nulla. Lo stesso vuoto pneumatico che ha caratterizzato sei anni di amministrazione Falcomatà. Io e l'intera coalizione di centrodestra stiamo lavorando con serietà e determinazione, illustrando ai reggini le nostre idee, il programma che abbiamo in mente di realizzare e le soluzioni da mettere in campo per risolvere I tanti problemi che purtroppo Reggio Calabria soffre. E' un lavoro che richiede impegno e tempo, che devo sottrarre a dibattiti ed eventi organizzati in presenza degli altri candidati a sindaco di Reggio Calabria".
"Eventi che reputo senza dubbio interessanti e necessari (e infatti presenzierò a qualche confronto pubblico con gli altri candidati) ma meno interessante dell'ascoltare le esigenze dei reggini, meno di visitare i quartieri e le periferie abbandonate di questa città. Luoghi oggi battuti dall'amministrazione Falcomatà dopo sei anni di silenzio e abbandono. Come Santa Venere, luogo scelto come simbolo sei anni fa per dare il via ad un progetto rimasto chiuso nel cassetto. Chi sa che Falcomatà e il Partito Democratico, considerata l'evidente difficoltà a ricordare- conclude - non ci tornino per illudere nuovamente i reggini, credendo si tratti della prima volta. Ma come ben affermava Nietzsche, 'Bisogna avere buona memoria per poter mantenere le promesse'".
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