Comunali a Soverato. Sica: "La politica nobile mette la faccia, non le liste civetta" (VIDEO)

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Vittorio Sica

La conferenza stampa dopo la riammissione della lista per effetto della decisione del Consiglio di Stato

  29 agosto 2020 21:41

di PAOLO CRISTOFARO

Una lista esclusa e poi riammessa alla gara elettorale per le amministrative di settembre. Candidati che la sottoscrivono, ma che per la Commissione Elettorale e per la Prefettura non avrebbero potuto. Una sentenza del Tar che sembra una pietra tombale sul destino di "Patto per lo Jonio", ma che viene ribaltata - facendo giurisprudenza - dal Consiglio di Stato. E' quanto è successo a Vittorio Sica, candidato a sindaco di Soverato, contro l'uscente Ernesto Alecci e contro la lista - a suo dire "civetta" - di Cosimo Arena. Oggi pomeriggio, proprio a Soverato, Sica ha voluto una conferenza stampa per spiegare le mille difficoltà riscontrate, la lotta per l'accettazione della lista e la battaglia per offrire l'alternativa a Soverato, combattuta con i legali Giuseppe Pitaro e Gaetano Liperoti, perché, come lui stesso ha affermato, "la politica nobile ci mette la faccia e non le liste civetta". 

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"Se siamo qui è perché vi sono state difficoltà. Da 17 candidati ci trovavamo, il giorno della presentazione, con 5 candidati in meno per arrivare a 12. Pensavamo fosse tutto frutto del destino, di casualità, salvo poi ascoltare strane proposte che vedevano gente offrire candidati e posti in lista pur di ritirare la squadra o il candidato a sindaco, cioè io", ha spiegato Sica. "I candidati ci sono stati sottratti con malizia e con l'inganno. Poco ci siamo concentrati sulla documentazione, dati quindi questi altri intoppi. Ho letto che la segretaria avrebbe rifiutato di consegnare la documentazione per completarla, ma non è stato così. Un altro dipendente comunale alla nostra richiesta si è opposto. La sera qualcuno ci ha informati di questa pecca delle firme che avrebbe creato problemi alla lista. C'era questo discorso in ballo della impossibilità dei candidati di sottoscrivere la lista", continua il candidato.

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"Non c'era una prescrizione o un divieto, ma solo un'indicazione del Ministero. Al contrario di quello che qualcuno ha insinuato sappiamo quello che facciamo e la sentenza del Consiglio di Stato ne è la dimostrazione. Di avversari c'è n'è solo uno a Soverato, perché gli altri non sono che una lista civetta. Alecci dice di volersi confrontare, ma lo fa come Cosimo Arena, non come Ernesto Alecci, mandando contro di noi in Tribunale rappresentati di quella lista e non della sua compagine. Ritengo che la politica sia nobile quando hai il coraggio di metterci la faccia: è stata una vigliaccata, fatta da chi, oltretutto, sa che un'amministrazione uscente, di solito, è sempre privilegiata nelle competizioni elettorali", ha concluso.

"La sentenza è la vittoria della sovranità popolare e della democrazia", ha spiegato l'avvocato Giuseppe Pitaro, legale di Sica. "Perché la competizione elettorale è bella e sana se ci sono tutte le parti interessate. A Soverato si stava instaurando una dittatura democratica. La lista civetta è stata chiamata da noi espressamente così nel ricorso e nessuno si è opposto, quindi che sia civetta è verità giuridica praticamente. Sarebbe stata deleteria per la democrazia di Soverato una competizione senza Sica. Io non voglio fare politica, voglio testimoniare la vittoria giudiziaria che lo riporta in pista. La lista di Sica è stata ricusata perché conteneva firme degli stessi candidati. La verità è che fare una lista è una cosa complicatissima e queste dinamiche lo hanno dimostrato. Abbiamo fatto valere il principio che a contare debba essere più il numero dei votanti del popolo che dei sottoscrittori di una lista. Si è persa una settimana di lavoro elettorale, è vero, ma ha vinto la democrazia a Soverato. La città ha bisogno di un'alternativa. Si stava preparando in qualche salotto di Soverato la vittoria a tavolino di una dittatura democratica pseudo-elettiva", ha concluso Pitaro.

"Si è trattato di una bella battaglia", le parole invece di Gaetano Liperoti. "Una soddisfazione non soltanto professionale, ma anche una soddisfazione per la convinzione di aver lottato per la democrazia. Consentire alla cittadina di esprimersi democraticamente in un confronto vero, di più liste, è fondamentale. Vittorio Sica poteva mettere i candidati tra i sottoscrittori perché sono di Soverato, la lista di Arena no, oltretutto, perché non sono neppure di qui", ha rilanciato.

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