Comunali Catanzaro, Bulotta: "Occorre che gli eletti lavorino in sinergia per un patto per lo sviluppo della città"

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Luigi Bulotta
  12 giugno 2022 11:15

di  LUIGI BULOTTA* 

Si conclusa la campagna elettorale per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale della città di Catanzaro che ha visto tutti i candidati in accesa competizione e noi, cittadini catanzaresi, nelle condizioni di poter ancora una volta coltivare la speranza di avere una amministrazione seriamente innamorata del vero bene comune, in grado di prendersi cura responsabilmente ed efficacemente della città.

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Chi vincerà, comunque, dovrebbe avere chiaro e netto il bisogno avvertito dai catanzaresi e da tutta la Calabria di uscire dal mero clientelismo e dal malaffare. I calabresi sono stanchi di leggere sulla stampa di inchieste e arresti legati alla rete fitta di rapporti tra ‘ndrangheta, mondo della politica, mondo delle professioni, situazione questa, certamente drammatica e che è ancora più drammatica per la relazione che riguarda il rapporto tra politici eletti rivelatisi corrotti e cittadini votanti rivelatisi corruttori e la responsabilità di questi ultimi ed essa è pari, se non addirittura maggiore, di quella dei corrotti.  

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La politica deve tornare ad essere tale, nel vero senso della parola, cioè quella che nasce dall’uomo e si rivolge all’uomo per realizzare il bene comune, la qualità della vita di ogni essere umano, un bene che, essendo comune, non è di alcuni, ma universale. “Il bene comune – ha affermato Giovanni Paolo II – per essere veramente comune, deve essere in rapporto diretto con l’intera società”. Il bene di tutti e quello di ciascuno si determinano l’un l’altro senza assorbirsi. Per realizzarsi il bene comune bisogna tenere presenti i principi di sussidiarietà e di solidarietà. Se si stravolge il rapporto persona-società, il concetto di bene comune perde la sua valenza e la politica si riduce a ricerca e conservazione del potere. In tal modo, agire politicamente significa solo aspirare al potere, lottare per il potere, vivere per conquistare il potere, snaturando, come oggi spesso accade il vero senso della politica.

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In tale direzione si sono espressi i Vescovi calabresi in un loro appello ai politici: “La Calabria va continuamente liberata da mali antichi e curata in modo nuovo; questa nostra terra, segnata da grandi contraddizioni e contrasti, ha bisogno di risanare, con una terapia intensiva, l’azione amministrativa e politica, puntando a curare quei mali che non hanno più l’ossigeno di respiro verso il bene comune”.

La politica deve tornare ad essere servizio per la collettività, questo vale a livello nazionale, ma deve valere ancora di più per il nostro Sud se vogliamo uscire fuori dall’isolamento e dell’emarginazione sociale ed economico.

Il potere politico non può essere a beneficio delle persone che lo esercitano, ma a beneficio della comunità e di tutti i membri che la compongono. La vera politica è, infatti, chiamata per sua natura a creare una società giusta, ad eliminare le condizioni che creano condizioni di disuguaglianze ed ingiustizie. Ma sarà possibile fare in modo che il potere politico sia usato sempre per il bene comune o, ormai, è solo una utopia?

Il nuovo Governo cittadino dovrebbe instaurare in primis un clima di rispetto delle norme dando per primo, nello svolgimento della sua funzione esecutiva, l’esempio di adesione a quanto esse stabiliscono. Solo se tale adesione sarà visibile nelle istituzioni che maggiormente sono rappresentative della popolazione,  si potranno porre le condizioni perché i catanzaresi e calabresi abbiano la speranza di un futuro fatto di lavoro onesto, retribuito in modo regolare, in grado di poter sfruttare le risorse  di cui la Calabria e la città è stata  dotata naturalmente,  senza che esse rischino di venire deturpate da gestioni poco trasparenti.

 Solo se tale adesione si farà visibile si potrà avere la ragionevole certezza di costruire la città che tutti vogliamo.

Non secondario è sicuramente il prioritario bisogno di salute di noi cittadini catanzaresi e calabresi, mortificati nella possibilità di aver garantito il diritto ad essere adeguatamente curati nella nostra stessa terra e senza la necessità di affrontare i cosiddetti “viaggi della speranza” (nel caso in cui ci sia ancora il tempo per farli).

Sicuramente non mancano da noi le intelligenze necessarie ad assicurare l’effettività di tale diritto. È noto a tutti che in moltissimi ospedali italiani primeggiano medici calabresi, i quali non riescono ad emergere a sufficienza in Calabria per difficoltà organizzative e per effetto di un vecchio e nuovo clientelismo che hanno determinato la sistemazione nei posti pubblici del settore sanitario di personale mediocre, dal quale chi ne ha garantito l’assunzione non si farebbe mai curare sapendo di poter contare su disponibilità economiche idonee a garantirgli un’assistenza medica in luoghi dove abita il merito e non il clientelismo.

Tutto ciò dovrebbe valere anche per chi non dovesse risultare vincitore ma in minoranza e all’opposizione. E’necessario superare “la logica della rissa” che spesso ha animato molte amministrazioni nelle quali succede che, invece che esser orientati al perseguimento del bene comune, si continua, in un clima di perenne aria di campagna elettorale, l’esercizio della guerra a discapito della soluzione dei problemi che continuano a restare insoluti e ad infiacchire territori già poveri. Occorre, invece, fare fronte comune per il bene della città, aprirsi al confronto e al dialogo con le forze sociali, con le associazioni, con i cittadini che si sono allontanati dalle istituzioni delle quali non hanno più fiducia.

Il nuovo sindaco, il nuovo consiglio comunale dovrebbero promuovere la elaborazione di un vero e proprio patto per lo sviluppo della città che dovrebbe vedere coinvolte, senza distinzioni, tutte le forze politiche, i sindacati, l’università, la Camera di commercio, gli ordini professionali, le organizzazioni imprenditoriali, le associazioni e il mondo del Terzo settore, la Chiesa e tutti coloro che, hanno a cuore le sorti della città e che possono dare il loro contributo spontaneo e costruttivo per individuare valide strategie su temi importanti quali: infrastrutture, ambiente, sviluppo economico e produttivo, turismo, cultura e valorizzazione risorse naturali, riqualificazione delle periferie, valorizzazione del patrimonio artistico, dal recupero di aree industriali dismesse, ridisegnando in tal modo in profondità il profilo di Catanzaro.

L’efficacia della rappresentatività di ogni consigliere comunale dipende dalla capacità di restare aderenti alle regole ma al contempo di essere in grado di vedere prima degli elettori e degli altri competitori la soluzione ai problemi della comunità  in termini di efficacia, giustizia e bellezza.

E’ auspicabile, infatti, che questa nostra città, che ha tante cose belle, non continui a svuotarsi, possa continuare a vivere nella normalità come tante città italiane,  non si trasformi in un dormitorio o in un ospizio, riconquisti un concreto ruolo di capoluogo di regione e diventi un polo di attrazione culturale, economico e sociale, una città viva e attrattiva per turisti e residenti, accogliente e sostenibile per tutti.

A tutti, principalmente ai più giovani, dovrebbero essere garantiti crescita, sviluppo, libertà nella scelta di restare o di andare via.

Perché di scelta si dovrà trattare e non di un obbligo. Solo uno sguardo lungimirante e non piegato sui propri interessi, solo un’intelligenza acuta e in grado di stringere relazioni sapienti e produttive di bene con forze buone, solo una capacità di reinventarsi l’uso delle risorse che già abbiamo, solo questo potrà darci il meglio che vorremmo.

I catanzaresi e tutti i calabresi, non vogliono più le solite promesse elettorali,  vogliono proposte concrete, realmente fattibili e non i soliti libri dei sogni che ad ogni campagna elettorale  vengono propinati e che ogni volta rimangono irrealizzati determinando solo amare delusioni.

E’ su questi temi che bisogna confrontarsi, aprire dibattiti con le sane forze  e sono tante le componenti positive, individuare le priorità, le strategia per soddisfare i bisogni.

E solo se gli eletti sapranno darci prova di essere attrezzati per fare tutto questo e non di svolgere un ruolo esecutorio di cose decise da altri per gli interessi di lobbies palesi o oscure (o, addirittura, in clandestinità e nell’illegalità), i catanzaresi potranno accordare la loro fiducia.

Infine, un appello agli elettori catanzaresi: il voto è importante, il voto è un diritto conquistato attraverso molte lotte. Tantissimi italiani si disinteressano della politica per noia, sfiducia e stanchezza. La metà di essi non vota in quanto lo ritiene un esercizio inutile. Se però non si partecipa alla votazione non bisogna lamentarsi in seguito; bisogna sempre essere attori principali quando si tratta di migliorare il proprio Paese. L’astensione dal voto vuol dire far mancare alla collettività la propria opinione e far decidere agli altri.

Chi non combatte ha perso in partenza, l’astensionismo non è il giusto modo di protestare, occorre votare con piena consapevolezza della lista e del candidato cui diamo la preferenza, votiamo candidati e candidate, seri, onesti, persone che hanno data prova di amare questa terra senza interessi personali e, per fortuna di queste persone ve ne sono diverse; non votiamo per semplice richiesta di amici, conoscenti, votiamo pensando al futuro di questa terra e dei nostri figli e i giovani votino non influenzati da fatue promesse, ma scegliendo con convinzione le persone giuste.

E’ importante votare ed è altrettanto importante saper votare, scegliendo chi votare non per meri rapporti di amicizia, appartenenza, ma individuando persone serie, che abbiano data prova di impegno, di affidabilità, di amore per la città e la Calabria.

Solo così potremo veramente sperare di voltare pagina e di non vivere di sogni e promesse e costruire la città che vogliamo!

*avvocato. Presidente MEIC Catanzaro

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