di GABRIELE RUBINO
"Chi ha portato a questo risultato dovrebbe dimettersi". La presentazione della candidatura a sindaco di Catanzaro dell'avvocato Aldo Casalinuovo, nella prima parte, ha spiattellato alcune proposte programmatiche ma nella parte finale è stata un profluvio di stilettate sui recenti avvenimenti nella frastagliata compagine del centrosinistra del capoluogo. Premessa: Casalinuovo era uno dei quattro prescelti che il Pd aveva scelto di consultare assieme a Fabio Guerriero, Valerio Donato e Nicola Fiorita con quest'ultimo poi 'investito' dall'assemblea dei circoli del Pd ma sempre in attesa della validazione romana. L'avvocato ha sia contestato questo esito e sia la procedura seguita.
"Il tavolo del centrosinistra ha demandato la scelta al Pd, il risultato è stato di indicare un non iscritto al Pd (Nicola Fiorita,ndr) e che un iscritto storico (Donato) si è candidato da civico". Per Casalinuovo è stato "un pasticcio". L'avvocato non ha nascosto il fastidio: "Era come se per forza dovesse essere indicato un candidato senza confronto". Il riferimento era alla scelta ricaduta su Fiorita che inoltre avrebbe il vizio della scarsa "rappresentatività". "Chi sono Volt o Catanzaro vivace? Noi avevamo chiesto di allargare il campo", ha aggiunto sulla consistenza del 'Nuovo Centrosinistra'.
Ma la contestazione è anche sulla procedura. Per Casalinuovo, a fronte di quattro profili interessati, occorreva seguire il regolamento del Pd, ossia: "fare le primarie di coalizione". Primarie che, ad avviso del professionista adesso non avrebbero più spazio. "Si doveva seguire il percorso da prima, come è stato fatto a Lucca, che è una città con una popolazione non molto diversa da quella di Catanzaro". Dunque avanti con "Catanzaro futura", il nome scelto per la discesa in campo. La battaglia, è il ragionamento di fondo, si giocherà su due turni. Come a dire vediamo chi avrà più voti al primo e poi vediamo chi si giocherà il ballottaggio.
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