
di GABRIELE RUBINO
Il centrodestra si è impantanato. Tavoli allargati prima e quelli più ristretti negli ultimi giorni non hanno prodotto lo scatto decisivo per individuare il successore di Sergio Abramo a Catanzaro. La prossima riunione dovrebbe celebrarsi nel fine settimana ma l'atmosfera è plumbea.
La questione è maledettamente semplice: non c'è un nome in grado di mettere d'accordo tutti. Non c'è un 'fenomeno' in grado di togliere le castagne dal fuoco. Non convincono del tutto nemmeno i profili della società civile (fra avvocati e mondo universitario) sondati più di recente. Il documento firmato poco più di una settimana fa ha circoscritto per la verità un perimetro friabile; è più probabile che si sgretoli piuttosto che resti compatto.
In questo quadro incerto, cominciano a girare suggestioni che fino a qualche tempo fa avrebbero avuto il bollino dell'assurdità. Come quella che vedrebbe alcune componenti 'pesanti' del tavolo, e non più solo l'Udc, addirittura pronte a bussare alla porta di Valerio Donato. L'operazione si realizzerebbe con il vestito delle liste civiche. Il prof. dell'Umg si è sostanzialmente staccato dalla canoniche incastonature partitiche, piazzandosi nell'area franca centrale pronto a raccogliere pezzi in uscita dai vari schieramenti. In pratica si avrebbe un blocco corposissimo del centrodestra pronto a sposare la proposta civica di Donato, che non ha mai rinnegato di essere, nel recentissimo passato, del Pd. Magari il rovesciamento dei mondi non si concretizzerà mai e alla fine il centrodestra troverà un 'suo' candidato, ma che l'idea sia accarezzata da qualche big non lo nega nessuno.
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