"Nella conferenza stampa di fine mandato, il sindaco Abramo ha detto che il Comune è stato per 18 anni la sua casa, ma ha anche aggiunto di avere lasciato ai Catanzaresi un'abitazione dalle mura solide e spesse. Purtroppo non è così. Il sindaco ci lascia una casa in disfacimento e in rovina che ci toccherà ricostruire con pazienza e tenacia". Si legge in una nota del candidato a sindaco Nicola Fiorita.
"Diciotto anni sono un termine lunghissimo, - prosegue - un tempo che pochissimi sindaci in Italia hanno avuto a disposizione. Se è vero che la città non aveva un teatro e un museo come il San Giovanni, si sarebbe dovuto aggiungere che queste opere furono ideate, progettate e finanziate durante le sindacature di Furriolo e Gualtieri. La città che ci lascia Abramo è una città senza stazione, senza porto, senza il Duomo, senza l'isola pedonale. Ci lascia periferie in ginocchio, ci lascia l' insopportabile puzza del depuratore, ci lascia trasporti da terzo mondo. E ci lascia consiglieri che, per sua stessa ammissione, non sanno parlare in italiano e tentano di riciclarsi sotto altre bandiere".
"Ci lascia anche società partecipate inadeguate e inefficienti affidate per lunghi anni a suoi personali consulenti. Io penso che Abramo in realtà ci lasci tanto lavoro da fare. Il Comune, la sua casa per 18 anni, va ripreso dalle fondamenta, - conclude - non basterà un'imbiancata. Ho molto rispetto per il lavoro altrui e posso rassicurare Sergio Abramo: se troveremo cose buone non le butteremo nel cestino me anzi le valorizzeremo in ogni modo. Saremo pazienti e umili operai chiamati a costruire un futuro migliore per i nostri concittadini consapevoli che avremo bisogno della collaborazione e delle energie di tutti i catanzaresi: quelli che ci sostengono e quelli che non lo fanno, quelli che lavorano per il cambiamento e quelli che diedero fiducia ad Abramo nel passato. L'era Abramo, con le sue luci passate e le sue tante ombre, è finita. Ora tocca a noi rimboccarci le maniche. Sarà un lavoro impegnativo ma con la fiducia dei Catanzaresi ce la faremo. Mo’!"
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