La campagna elettorale, o forse la giostra del Sarracino, inizia ufficialmente. Schieramenti in campo. Pioggia di commenti dopo la presentazione delle liste degli schieramenti. Questo il commento del dott. Lino Puzzonia da sempre presente nella vita politica e clinica del Capoluogo. Rigorosamente nell’area di sinistra.
di LINO PUZZONIA
“Ebbene ci siamo. I giocatori in campo per le elezioni comunali della città di Catanzaro si sono infine schierati. C’è abbondanza di tutto: di candidati a sindaco, di liste, di candidati consiglieri e finanche di autorevoli sostenitori di questo o quel candidato. Un’assenza va tuttavia registrata e anche piuttosto clamorosa, manca o è presente solo in piccola parte la politica.
Leggerò con grande attenzione i programmi “ufficiali” dei candidati a sindaco ma l’impressione è che naturalmente essi siano generici e quasi sovrapponibili e che la partita si giocherà tutta sul prestigio dei singoli candidati a sindaco con la solita lotta al coltello per l’elezione dei consiglieri comunali.
Mi preoccupa fortemente che da alcune parti del variopinto schieramento in campo si cominci a insistere sul fatto che le elezioni amministrative possano tranquillamente fare a meno di qualsiasi riferimento identitario e che sia del tutto irrilevante che i vari schieramenti siano una specie di minestrone che prescinde dalla storia delle singole persone.
Tutta questa confusione è certamente una caratteristica dell’attuale momento politico della nostra città con tante consigliature caratterizzate da giunte ad andamento variabile ma è certamente in gran parte figlia di questa sciagurata legge elettorale, da molti osannata, e della quale a mio parere non si vedono gli effetti pericolosi specialmente nelle città di media grandezza che costituiscono la stragrande maggioranza del paese.
L’elezione diretta ha “inventato” il civismo con la pretesa che esso sia un virtuoso fenomeno “dal basso” che esalta la voglia di partecipazione dei cittadini. A me pare invece che la verità sia che abbiamo determinato un sistema per cui un “notabile” più o meno autoreferenziale si mette alla testa di gruppi senza alcuna identità e che nella maggior parte dei casi esprimono interessi particolari.
Ecco allora che la forza di un candidato si esprime attraverso il più gran numero di liste che mette insieme, una sorta di preliminare consenso, senza rendersi conto che appunto nelle città medio-piccole come in questa tornata Catanzaro, più di 700 candidati in un corpo elettorale di poco più di 50.000 voti validi può rappresentare un perverso ma abbastanza preciso meccanismo di controllo del voto e uno straordinario quanto pericoloso attentato alla democrazia rappresentativa.
A ciò si deve aggiungere che la perdita o quantomeno l’offuscamento dei caratteri identitari dei giocatori in campo non consente una serena valutazione da parte di quella che si chiama “opinione pubblica” , importante dovunque e a maggior ragione in una città capoluogo di regione, che è parte non trascurabile del corpo elettorale e che vorrebbe appunto votare su valori e riferimenti culturali e non sul prestigio di candidati che non deve necessariamente conoscere sul piano personale. Una massa di cittadini che si rifugia in maniera sempre più massiccia nell’astensionismo altro che civica partecipazione democratica.
Bene fra un mese andremo a votare con profondo senso “civico” ma non tanto felici.”
Lino Puzzonia
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