di GIOVANNI MERANTE
Le evidenti difficoltà di approccio e di metodo che il centrodestra sta manifestando dalla prima interpartitica, convocata ormai molte settimane fa per individuare il proprio candidato sindaco, sono la rappresentazione reale di una coalizione che non riesce più a fare sintesi né politica né programmatica. E le successive riunioni alle quali il mio partito l’ UDC insieme a tante altre liste civiche non sono stati convocati, altro non sono state che incontri carbonari organizzati probabilmente da dirigenti di partito autoreferenziali. Tutto ciò ha provocato divisione e frammentazione accentuando l’impossibilità di ricostituire un tavolo omnicomprensivo di tutte le anime del centrodestra al fine di individuare una figura di alto profilo che fosse in grado di incarnare un progetto innovativo per la città di Catanzaro.
E questo nonostante le sollecitazioni, i richiami, gli appelli, compreso quello recente del sottoscritto, che rappresenta l’ UDC, importante compagine nazionale espressione di una crescente area moderata. Quello che è mancato in questi mesi è stato il coraggio della chiarezza, la stessa che si invocava nel momento in cui i rappresentanti dei partiti e delle liste civiche che hanno sostenuto l’amministrazione guidata da Sergio Abramo, anche negli ultimi cinque anni, invocavano discontinuità.
Discontinuità da un complesso sistema politico amministrativo che ha regnato sulla nostra città per anni, del quale siamo quasi tutti colpevoli di averlo sottaciuto o non fortemente combattuto, e la cui trasposizione plastica è il Consiglio Comunale di Catanzaro ed il suo Sindaco. Il metodo dell’uomo solo al comando o al massimo di due, che hanno relegato quel consiglio a mero deliberificio, o arena di combattimento dove si sono mostrati i muscoli ma non le menti, producendo l’inevitabile interruzione di comunicazione con la propria cittadinanza, e non più in sintonia con i bisogni e le istanze della collettività amministrata.
Per dovere di verità affermo con forza che quel sistema e quel metodo autoreferenziali hanno sempre ostacolato la nascita di una nuova classe dirigente, assenza per la quale oggi si rischia di pagare un caro prezzo in termini di qualità nella rappresentanza politica.
Ed è per questi motivi che abbiamo iniziato ad apprezzare la proposta politica rappresentata dal professore Valerio Donato, un professionista dal grande spessore umano, dalla indiscutibile preparazione e conoscenza del territorio. Un progetto capace di suscitare l’attenzione del mondo delle professioni, delle associazioni che operano sul territorio in vari settori spesso sostituendosi anche alla farraginosità della “burocrazia politica”, di tanti cittadini che sono stati diffidenti verso i partiti.
Quello che ha saputo creare Donato in pochi mesi è un contenitore umano, che ha a che fare prima di tutto con la gente. Perchè, è la gente, che stava domandando alla città, un’ alternativa, civica, della quale fidarsi.
Ed è proprio nell’interesse superiore della comunità che ambiamo ad amministrare, che l’UDC per mia voce, fin dalla prima interpartitica del centrodestra aveva suggerito al tavolo, ed in tempi non sospetti, e sempre con l’ntento di superare l’immobilismo e trovare la soluzione di discontinuità cercata da tutti, il nome di Valerio Donato, quale candidato di rottura per una prospettiva realmente alternativa e costruttiva. Tale proposizione, in cui credevo e credo, avrebbe evitato che il centrodestra si impallasse tra veti incrociati e primogeniture di comodo. Cosa che successivamente si è puntualmente verificata. Ma nonostante il nome di Donato fosse apprezzato dalla maggioranza degli intervenuti, per logiche che non ci appartengono, in quel momento storico, la nostra proposta fu considerata quasi un vilipendio.
Auspichiamo, ancora oggi, che il centrodestra faccia una seria riflessione, un atto di coraggio, e valuti serenamente di appoggiare la proposta ed il progetto di Valerio Donato abbandonando velleità personalistiche, in una partita a scacchi che purtroppo non avrà alcun vincitore.
L’ UDC vuole essere protagonista di una stagione nuova, per restituire fiducia ai cittadini, nella politica quella alta, intesa come servizio, come opportunità per realizzare progetti, infrastrutture, qualità della vita, per permettere alle nuove generazioni di scegliere di restare. In poche parole una visione di futuro e di crescita. Un sogno forse, ma che crediamo di poter realizzare solo al fianco del candidato sindaco Valerio Donato che con semplicità, determinazione e senza compromessi ha già dimostrato di avere le qualità di un leader perchè è pronto al confronto, ma nello stesso tempo sa che direzione intraprendere per fare il bene della città.
Speriamo che il Centrodestra risolva a breve i suoi dubbi amletici ma confermiamo che l’ UDC è in campo, da subito dalla parte della “Rinascita” di Catanzaro, con Valerio Donato sindaco”.
*segretario provinciale Udc
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