Comunali Catanzaro, rischio sfilacciamento nel centrodestra e nuova riunione

di GABRIELE RUBINO

Le sirene che attirano verso l'isola Donato, la variante Talerico, figure tecniche di rispetto ma non smaglianti a livello elettorale e veti su quelle più politiche. Tutte minacce all'unità del centrodestra che restano in piedi. Soprattutto dopo che Filippo Mancuso ha deciso di rifiutare la candidatura a sindaco di Catanzaro formulata ieri mattina dalla coalizione. Nel giro di poche ore, con una gestione della faccenda tutto fuorché impeccabile, il presidente del Consiglio regionale ha fatto sapere che resterà al suo posto: alla guida di Palazzo Campanella. Se prima nel centrodestra si poteva parlare di confusione, adesso è il caos. 

L'esito di ieri è stato piuttosto debordante. Lo stesso Mancuso ha ventilato come pezzi del centrodestra potrebbero avere "progetti diversi". Dichiarazioni che in qualche modo si ricollegano alle recenti dichiarazioni del sindaco Abramo: "Il centrodestra ha una grande forza in questo momento se non la sfruttiamo vuol dire che si vuole perdere". Insomma, fra gli indecisi e chi pone veti sui nomi 'maggioritari', a questo punto dovranno essere chiari non tanto e non solo sui profili del candidato a sindaco, ma se faranno parte o meno della coalizione del centrodestra. Certo, se è naufragata l'ipotesi politica Mancuso, considerata l'unica (assieme all'opzione Ferro, ma anche lo stesso deputato di FdI ha più volte rifiutato) a poter unire tutti, la compattezza sembra una chimera. Anzi, le possibilità dello sfilacciamento sono aumentate considerevolmente. 

Per non franare in un pericoloso dirupo, un nuovo vertice è stato convocato per la giornata di oggi. Non è detto che uscirà fuori il nome del candidato a sindaco, ma forse, almeno, si vedrà il vero 'perimetro' della coalizione in vista delle elezioni. 

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