di GABRIELE RUBINO
Rimaste sottotraccia per settimane ieri sono iniziate le prime schermaglie fra alcuni dei candidati già in campo nell’area del centrosinistra. Singolare sia avvenuto poche ore dopo che Aldo Casalinuovo, Valerio Donato e Nicola Fiorita abbiano incontrato (separatamente) il responsabile degli Enti Locali del Pd Francesco Boccia che poi alla stampa ha dichiarato di lavorare per ‘l’unità’ della coalizione e che avrebbe percepito da tutti e tre la ‘disponibilità’ a convergere in un percorso unitario. I fatti dicono altro. In questo momento, le possibilità di allineamento sono estremamente ridotte. Ognuno ha sostanzialmente avviato la campagna elettorale e (fatto non trascurabile) sono cominciati gli investimenti (economici) per sostenerla. È l’atmosfera da ognuno per fatti suoi al primo turno e poi si vedrà, calata da quando, poco prima di Natale, l’assemblea dei circoli catanzaresi del Pd aveva indicato Nicola Fiorita come candidato sindaco salvo poi che Roma ‘congelasse’ il tutto, come dimostrano implicitamente le parole di ieri di Boccia e del segretario regionale Nicola Irto con cui sostanzialmente si è tornati di nuovo allo start. Aldo Casalinuovo aveva più volte criticato il metodo usato dei dem. Riavvolgendo il nastro, nella conferenza stampa di presentazione della candidatura a sindaco Valerio Donato aveva detto di essere disponibile a un passo indietro al cospetto di una proposta migliore della sua ma che in quel momento non la vedeva. Essendo già in campo quella di Fiorita, la logica suggerisce che il prof. dell’Umg, ad oggi, non farebbe da contorno al prof. dell’Unical.
LA STILETTATA DI DONATO- Da ieri però, lo stesso Donato, all’inaugurazione del comitato elettorale in pieno centro a Catanzaro, pur mantenendo l’aplomb professorale non ha esitato a lanciare qualche stilettata. Ha fatto riferimento a “ire scomposte e isteriche di alcune persone vicine a qualche candidato”. Coloro che volevano scommettere a chi si riferisse quella frase avrebbero puntato su persone vicine a Fiorita. Per quanto finora la sfida tra i due sia stata confinata nelle rispettive stanze insonorizzate, quella di ieri non è altro che un segnale di uno stridore di fondo fra le due figure. Forse inevitabile, dato che le aree politiche di partenza sono confinanti se non almeno per alcune frange sovrapponibili. E quando si parte in contesti vicini e poi ci si separa, il derby è sempre pieno di risentimenti reciproci.
LE DUE VISIONI CONTRAPPOSTE- Il solco di base, visto dalla due prospettive, è stato scavato per le seguenti ragioni. Queste invece rimaste ancora sottaciute. Per il fronte di Donato il fatto che un non iscritto al Pd (Fiorita) sia stato preferito dai circoli cittadini ad uno storico iscritto (Donato) rappresenta un’anomalia. Per il fronte Fiorita il discorso è ribaltato, nel senso che in altre competizioni comunali il centrosinistra ha scelto un non iscritto al Partito democratico (vedi il caso delle Comunali a Cosenza, con Caruso del Psi) e, anzi, Donato sarebbe entrato in contrasto con una determinazione dei circoli del suo partito. Dopodiché il nome di Donato è spuntato anche sul tavolo del centrodestra, circostanza che per il fronte fioritiano lo 'escluderebbe' dal ragionamento del centrosinistra, mentre per il diretto interessato è un fatto positivo che dà forza alla sua proposta 'civica' preclusa soltanto ai "protagonisti" dell'attuale situazione in cui versa la città, mettendoci dentro anche chi non ha saputo fare l'opposizione.
LE COMPONENTI DEI DUE FRONTI- Fiorita parte da una coalizione tipicamente di centrosinistra, avendo incassato l’appoggio di M5S, Psi, della sua creatura Cambiavento e la galassia di sigle minori a cui si è da poco aggiunta anche la compagine che fa riferimento al blocco de Magistris (spostando il baricentro a sinistra). Può contare su buoni rapporti con Salvatore Passafaro e i maggiorenti dem del calibro di Viscomi e Alecci. Donato dalla sua, fin dall’inizio della sua avventura autonoma, ha comunque avuto al fianco un pezzo di storia del centrosinistra cittadino: da Tonino Argirò ad Alcide Lodari fino a Antonio Menniti. Un pezzo di quella che si potrebbe definire la vecchia nomenclatura dem. Più una pattuglia di professionisti e dirigenti d’area. A questo nocciolo si aggiungono i fratelli Guerriero apertamente a sostegno di Donato, che invece prima delle Regionali avevano imbastito un ragionamento su Fiorita. L’esito di quelle elezioni ha fatto deteriorare i rapporti con l’ex consigliere comunale di Cambiavento tanto da renderli irrecuperabili. Un quadro piuttosto frastagliato in cui la convergenza sembra davvero distante.
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