di VINCENZO SPEZIALI*
La gente fa gaffe, sapendo di mentire, anzi attua 'disinformatzia' alla sovietica, poiché ha qualche docente -pratico della materia, in virtù della sua formazione da culturame che ne discende- e fa propaganda becera, persino condendo il tutto con atteggiamenti al limite dell'insolenza, piuttosto che dell'impudenza.
Ciascuno ha il suo stile: il mio è quello di un elegante signore, de presunto in capo ad altri, non mi soffermo!
In più, mi preme aggiungere, in merito a quanto mi è stato fatto da alcuni controfiguri (neanche figuri!) del mio Partito, come tutto sia raccapricciante, oltre che immondo: mentre io giovedì 28 -ne ho le prove!- ero in un colloquio amicale con Salvini -con il quale ho notoriamente un ottimo rapporto personale- il De Poli -personaggio che giudico, politicamente, non in modo positivo, mentre per il resto che va dalla moralità ad altro, non è il sottoscritto ad avere competenze ed attendo, ove mai, eventuali risultanze- questo De Poli, dicevo, credo che abbia pensato bene di 'bruciare' i tempi, rilasciando un'affrettata dichiarazione (per me improvvida) a favore del solito Donato, poiché temeva che io potessi fare chissà cosa per indurre, qualcuno a ripensarci: De Poli, evidentemente, non considera che le visite ad amici -pure se di Partiti differenti- possono essere solo per un atto di sincera cortesia (qual è stata la mia con Salvini, a cui ribadisco stima e affetto), però, potrebbe apparire chiaro come ognuno giudica le altrui persone, partendo da se stesso!
Che si sappia sin da ora -come Cesa sa- che io dopo le elezioni, tramite la Patriarchia Maronita, chiederò un incontro -che mi sarà accordato!- con il Patriarca di Venezia e con il Vescovo di Padova (diocesi suffraganea alla città lagunare e città di riferimento di codesto probabile ex futuro parlamentare, cioè De Poli, appunto), dove illustrerò, con testimonianze ed evidenze, quanto ho patito, per mantenere coerenza, identità e alto ancora.
Troppo facile, sempre per De Poli, dirsi cristiano e avversare ignobilmente e falsamente il sottoscritto, che con purezza di cuore, generosità e disinteresse, ha presentato la lista completa (in presenza di testimoni come il Sen. Gino Trematerra a cui rivolgo un ringraziamento di affetto e riconoscenza), per poi sentirsi dire da Cesa -obbligato dalla 'combriccola' (presuntamente?) politica del padovano senatore De Poli appunto- che si preferivano le fantasie 'depistatorie' (sempre politicamente parlando, poi fate voi se pensate ad altro) del Merante (i cui nominativi sono a tutt'oggi oggetto misterioso e non vi è traccia alcuna, coerentemente a ciò da me, sempre e veritieramente, sostenuto), oppure di quel baro di Cedolia.
Si badi che se quest'ultimo lo definisco baro, è in virtù delle prove già date agli organi di informazione, quindi pure alla vostra redazione.
Per tali motivi, io sono stato, continuo ad essere e sarò, non un democristiano, bensì la democristianita`, coerente, legalitaria, e morale, poiché è questa la nostra storia, anzi, aggiungo che non ne faccio parte, bensì sono essa!
Mio nonno, ha firmato l'Appello dei 'Liberi e Forti', il 18 Gennaio del 1918 a Palazzo S.Chiara con Sturzo (di cui era amico, poiché presentatogli dal Cardinal Tardini, ed in seguito già Segretario di Stato di Sua Santità Giovanni XXIII°), così come ha poi fondato assieme al futuro S.Paolo VI°, a De Gasperi.
Con orgoglio voto e farò votare Talerico (delegato alla rappresentanza di una lista), anzi, aggiungo pure che porterò all'attenzione ufficiale dell'Internazionale Democristiana (la cui Presidenza, notoriamente, è nel mio stato di famiglia muliebre), l'antidemocrazia interna all'UDC e i 'martiri' che mi hanno inflitto ingiustamente -per motivi che so, ma dei quali ho prova- così in piena campagna elettorale si prenderanno ciò che meritano, magari il richiamo o altro ancora, in base allo statuto e all'opportunità. Poi ricostruiremo, certamente un'aggregazione più grande e più credibile (come stiamo già facendo) e derubricheremo tra i trombati e i non rieletti, certi incredibili e inopportuni soggetti ed io riprenderò possesso di 'casa mia', la quale non lascio -a differenza di altri, per imporsi quali candidati, in campi di altri- e continuerò una missione di carità laica, quale, per l'appunto, deve essere la politica per ogni buon cristiano e per i democristiani, ancora di più.
Di conseguenza, in base a ciò finora illustrato, ribadisco l'impegno a favore di come la città debba rivivere, operando in modo che sia così e credo che Talerico abbia le carte in regola, oltre alla libera passione e la giusta visione.
Faremo di Catanzaro, la 'Capitale della Calabria, nell'ottica lapiriana', dando un contenuto concreto a queste accezioni.
Donato, già Donato...cosa dovrei aggiungere? Lui si rifà a Berlinguer, mentre io a Moro. La differenza, a parte la straordinaria grandezza del mio Presidente che è ineguagliabile, sta nel fatto che Berlinguer, politicamente e storicamente, ha perso mente Moro ha trionfato e trionfa ancora, non solo in nome e per conto dei democristiani, bensì di tutte le persone libere e incondizionate.
E poi, parliamoci chiaro, noi siamo eleganti come gli chic d'annata, non fricchettoni mediobritannici con pantaloni di velluto anni '60: ogni riferimento, è puramente casuale!
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736