di ENZO COSENTINO
Il Pd catanzarese non si “unisce”. Diviso era, diviso rimane. Una poco edificante condizione politica che si sfilaccia ora dopo ora. La candidatura di Nicola Fiorita a Sindaco, ufficializzata da Francesco Boccia, responsabile nazionale per gli Enti locali, nella riunione dell’altra sera, a Lamezia, avrebbe colto di sorpresa nessuno. Perché, voci la davano già “chiusa” settimane or sono dopo un incontro al “Nazzareno”.
A Lamezia plausi e applausi di scena. Ma anche qualche siparietto. Poi ognuno per la propria strada. Strade che difficilmente si intersecheranno per arrivare fino in fondo, viaggiando su un unico binario.
Ieri sera, riunione di coalizione del Nuovo Centrosinistra tenutasi a Lido, con il Pd grande assente. Assenza che ha indispettito ed è stata criticata. E dire che il Pd si è sempre considerato e dichiarato il partito portante del centrosinistra.
Particolarmente attese due decisioni negli ambienti dem del Capoluogo: quella di Aldo Casalinuovo e quella di Nicola Fiorita.
Per quanto riguarda la prima, la decisione assunta dal Comitato elettorale di Casalinuovo è arrivata stamane e indica una sorta di percorso necessario per registrare la volontà del popolo dem catanzarese ed è quella che era stata già proposta e accantonata: le primarie. Sicuramente sarebbe stato un metodo percorribile con una parvenza di democrazia efficace. Si può recuperare il tempo perduto? A Roma, via del Nazareno, la risposta, a meno che la decisione non sia delegata alla dirigenza catanzarese del Partito.
L’altra decisione attesa è l’accettazione da parte di Fiorita, che ha chiesto tre giorni (tempo prossimo a scadere, dunque) di riflessione prima del definitivo “accetto”. Ma non si prevedono colpi di scena. Assai improbabili anche tenendo conto che il leader di “Cambiavento” è fortemente determinato a fare la corsa a Sindaco del Capoluogo.
Il quadro definitivo lo si potrà avere nella prossima settimana.
Problema liste, altro nodo che il Pd catanzarese si sta affannando a sciogliere. Ci vorrebbe un “marinaio” esperto di tattiche, strategie e non distratto dal vedere se altri hanno o no le reti migliori delle sue, piene di nodi. E quell’invito di Boccia ai parlamentari del posto - che ha stizzito e non poco l’onorevole Antonio Viscomi - può essere tranquillamente interpretato come un elemento di debolezza del Partito dem che ha da affrontare su Catanzaro “due campagne elettorali”: quella interna al Partito e nell’area della coalizione per sostenere il suo candidato e quella frontale con il centrodestra.
Una situazione che, comunque, porta ad escludere che il prossimo Sindaco del Capoluogo (meglio dire della Capitale) di regione esca al primo turno. Un ballottaggio, dunque, e soltanto in quella fase si saprà chi sarà l’erede a Palazzo de Nobili di Sergio Abramo. Un ballottaggio che ovviamente vedrà contrapposti i due più votati fra i candidati in lizza.
Insomma, al “banco del lotto” si accettano scommesse. Scommesse sulla testa del futuro di Catanzaro.
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