di GABRIELE RUBINO
Assestatesi i tumulti nella coalizione, oggi si è celebrata una riunione dell'attuale schieramento a sostegno di Valerio Donato. Al netto di qualche scintilla fra un paio di partecipanti, il summit "è andato bene", riferisce chi ha preso parte al tavolo. Bene nel senso che si è definito di convocare una conferenza stampa per giovedì prossimo in vista di un'uscita pubblica (in un momento successivo) all'Auditorium Casalinuovo.
Da definire restano le questioni più concrete. Anzitutto, il numero delle liste. Per alcuni non si dovrebbe superare l'asticelle di nove. Ma l'operazione di sintesi è tutt'altro che pacifica perché rispetto all'attuale conformazione delle sigle a sostegno del prof. dell'Umg qualcuno sarà costretto alla fusione. Senza dimenticare che ancora deve annettersi la pattuglia che fa capo al consigliere regionale Antonio Montuoro. Quest'ultimo, nel caso in cui Fratelli d'Italia decidesse per la corsa solitaria con Filippo Pietropaolo, ovviamente non andrà formalmente contro il partito della Meloni. Ma nulla vieta che i consiglieri comunali attorno lui, senza tessera di partito, possano piazzarsi con Donato. Quasi sicuramente non sarà utilizzata la dicitura 'Venti da Sud' ma un'altra.
Con la riduzione del numero delle liste emergerà fatalmente poi la questione posta da Donato nelle settimane scorse: "Almeno il 90% dei candidati non devono essere consiglieri uscenti”. Il prof. dell'Umg non ha mai chiarito ufficialmente se debba intendersi nel senso di massimo tre uscenti a lista (quindi il 10% arrotondato su 32 candidati) o se sul totale dei candidati della sua coalizione. Con la prima interpretazione qualche lista avrebbe dei grattacapi. Nella discussione ha fatto poi capolino l'altro paletto posto da Donato quello del 'no' ai rinviati a giudizio a cui, in caso di condanna, possa applicarsi la legge Severino. Numeri e nodi da definire, ma la coalizione di Donato, dopo gli scossoni, va avanti.
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