“Catanzaro, "Capitale della Calabria e centro del Mediterraneo", come una moderna Firenze di La Pira
Ho avuto modo di rifletere con attenzione in merito all'aspetto del decadimento gestional funzionale di Catanzaro e dell'assenza di quell'orfana misconosciuta -ai più (sic)!- il cui nome è politica”.
Lo afferma Vincenzo Speziali,
Coordinatore Regionale Federativo Calabria dell'Area di Centro
(Noi con l'Italia, Noi di Centro, Democrazia Cristiana, Popolari Liberaldemocratici e Riformisti, Centro Popolare, Federazione Popolare dei Democratici Cristiani).
“È vero -come negarlo e non essere d'accordo?- che più di vent'anni, cioè il prodotto di ben cinque elezioni, hanno cristallizzato il consenso di una persona (Sergio Abramo), che però ha depauperato la forza che gli derivava da questi plebisciti elettorali, poiché non ha saputo esprimere, un'idea, una visione, una progettualità e nemmeno una vaga approssimazione a questi sostantivi (non privi di profondo contenuto), in base al cui significato, se il Sindaco pro tempore, li conoscesse, capirebbe, senza aiuto alcuno, quanto sia effimero il rendiconto che lascia.
Sicuramente, se lui leggesse (glielo auguro di cuore, poiché sarebbe una sana abitudine, la quale sono certo che ha), ciò che "denuncia" il sottoscritto -ma anche altri in verità- circa il "depotenziamento strutturale" della città - in considerazione del fatto che la si è ridotta a non esercitare con prestigio, credibilità e autorevolezza il ruolo di Capoluogo di Regione- comprenderebbe il fallimento della sua missione e mi si perdonerà se non utilizzo l'accezione di fallimento politico, poiché Abramo, non è un politico, mai lo è stato e credo, pure, mai lo sarà in futuro, ovviamente non perché trovo impossibile che possa assurgere ad altri incarichi, attraverso la formazione nella quale al momento milita.
Coerentemente ai tempi bui che viviamo -quasi fossero alla stregua dell'oscurantismo più becero- il Sindaco attuale, non si adontera` di non essere riconosciuto un prosecutore di Cavour e De Gasperi (senza citare Moro, poiché irraggiungibile e inimitabile, per chiunque, data la sua superiorità), oppure non comparato a Sindaci politici come Mule`, Ferrara, Furriolo e Donato, ad esempio, in quanto sono certo che lui, al pari di ogni buon (ma anche cattivo, non per indole personale, poi ciascuno avrà la sua opinione!) neofita, mal digerisce la categoria dei menzionati riferimenti di cui sopra, cioè i politici, anzi, conoscendolo ci mal tollera, ci ritiene oziosi e voluttuari.
Se così fosse però, non comprendere l'errore che potrebbe commettere -ogni Paese avanzato, infatti, esprime una classe politica, la quale gestisce al meglio il tutto, con profitto e garanzia per i cittadini- e lo commetterebbe per superbia, oppure per approssimazione o anche arroganza e persino per altro ancora.
Sarà questo il caso?
Non credo affatto, essendo così notoriamente mite il carattere del protagonista attuale di questo fine impero (non come quello di Napoleone III° detto Napoleon le petit, proprio per la bassa statura, chiaramente del francese)!
Al dì là della perifrasi, bisogna guardare al futuro, chiudendo un'epoca nella quale ci si trova oggi ad avere in seno al Consiglio Comunale di Catanzaro il Gruppo Misto quale maggiore Gruppo Consiliare e ciò la dice lunga circa la mancanza di buona creanza che avrebbe dovuto adottare nella pratica di leader di una municipalità, mentre la sua attenzione, negli ultimi mesi è stata rivolta alla ricerca spasmodica di nuovi, differenti e disparati (non disperati) incarichi apicali, quasi fosse una "autoproposizione" apodittica.
Il parte, però non diviene tutto, se ci si dimenticasse l'aspetto essenziale, ciò che è mancato alla città, ovvero l'indicazione per il futuro, cioè quella strada che non è utopia o fantasia, bensì quanto e quel che si intende fare, negli anni a venire.
In questo periodo ho tentato di formulare proposte programmatiche, su cui confrontarsi, dato che è lo snodo principale, non certo il "totonomi", poiché considero la tal cosa -se fosse ridotta esclusivamente a ciò- una pseudopratica non afferente alla politica, a quella vera, a quella migliore, a quella autentica, alla quale sono abituato, in cui mi sono formato e dove ho ricoperto (e ricopro a tutt'oggi) incarichi, partendo nel tempo andato dalla Segreteria Nazionale del Movimento Giovanile, fino all'attuale di Coordinare regionale”, scrive Speziali.
“Certo -non lo ometto- le persone rivestono una loro importanza, ma se ai candidati non accompagnassimo un programma, cosa resterebbe e soprattutto, cosa rappresenterebbero?
Autoreferenzialità, narcisismi e niente di più, perché è la politica a mancare, ed essa ha le sue razionalità, le giuste -per qualcuno inutilimente desuete- liturgie laiche, che presuppongono prodromicamente il confronto, alfine di costruire la piattaforma di proposta ai cittadini chiamati a scegliere attraverso il voto e non l'astensionismo e quest'ultimo, a sua volta, prodotto finale su cui prospera il qualunquismo, il populismo e il giustizialismo che non sono culture, ma slogan fallaci e distruttivi, del tessuto sociale ed economico di un'intera comunità.
Aggiungo anche, ribadendolo, la mia più assoluta indisponibilità -al momento!- a discutere di nomi e candidati (senza una verifica sui programmi) e ancora meno di schieramenti, poiché per il primo aspetto ci si troverebbe innanzi a vetrine (magari di dignitosissime persone, le quali sono chi più e chi meno, amici o conoscenti), comunque di valore che però non sono supportate da forti e credibili contenuti propositivi, in favore della città (che difatti al momento nessuno illustra, proprio perché la questione non è presa in considerazione), mentre per il secondo punto, cioè le alleanze probabili, futuristiche o eventuali, potrebbero anche non esserci o venir definite come una sorta di sineddoche (posto pure che lo schieramentismo italiano, muterà a partire dalla prossima settimana e alcune forze ad esso interne, già dalle prossime ore!).
Piuttosto pensiamo a come costruire una Catanzaro "Capitale della Calabria e centro del Mediterraneo" prefigurandole anche una funzione odierna ed attuale -quasi alla stregua della storica Firenze "lapiriana"- cioè luogo di incontro e riflessione per il dialogo interreligioso -nella laicità della visione di vita- e del multi etnicismo nel quale ci affacciamo, specchiandoci nel "mare nostrum".
Abbiamo storia e tradizione, vocazione e propensione, servono visione e passione, politica ideale e non paccottiglia pseudoideologica, ma soprattutto, principalmente, buon senso.
Forse è da questo che bisogna partire, derubricando il passato di chi non ha saputo un svolgere il ruolo a cui è stato più volte eletto, e cominciando un'altra era con il ripristino del modus operandi di quella che fu la Prima Repubblica, vituperata strumentalmente e ignorantemente, da alcuni -che oggi sono una sorta di abusivi delle istituzioni- ma che altri, probabilmente molti o la maggioranza, in fondo al cuore e alla coscienza, rimpiangono. E come rimpiangono!”, conclude.
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