
di GABRIELE RUBINO
Le ultime due sedute del Consiglio comunale sono state tutt'altro che una passeggiata di salute per l'Amministrazione Fiorita. Nella penultima, molto spuria, ha campeggiato indirettamente la questione Catanzaro Servizi e dei relativi bilanci della partecipata. Le accuse di falso, forse, saranno vagliate dai tribunali ma indubbiamente non è stato uno spettacolo edificante. Precisazione doverosa. I problemi della Catanzaro Servizi risalgono nel tempo e non sono certo sorti negli ultimi, tuttavia la gestione dell'acquisto dei crediti fiscali e l'oggettivo peggioramento della contabilità sono emerse con tutta la loro prepotenza con persone di (ex) stretta fiducia indicate dall'attuale sindaco. La situazione è tutt'altro che rosea e probabilmente si ricorrerà a una procedura concorsuale, per il tramite della Camera di Commercio. L'auspicio è che tutto si risolva per il meglio anche perché l'incidenza dei lavoratori della società in house su Palazzo De Nobili è talmente elevata che non è un'eresia dire: se salta la Catanzaro Servizi, salta anche il Comune di Catanzaro.
Poi c'è stato l'ultimo appuntamento nell'Aula Rossa. Quello, dedicato alle pratiche urbanistiche. Alcune delle quali, nonostante la risalenza temporale, potevano essere tranquillamente non calendarizzate eppure lo sono state. Causando non pochi patemi. Il risultato, al netto delle delibere improrogabili, è stata l'emersione delll'immagine di una maggioranza che ha dovuto rincorrere le opposizioni per non andare sotto. Sul piano comunale, vige la prassi 'urbanistica' per cui se porti una pratica la voti. Incombenza, per l'appunto, di chi amministra. Altrimenti temporeggi o le bocci prima. Ne è venuto fuori unb mezzo pasticcio, così come le impuntature dell'assessore al ramo.
Al netto del dato amministrativo, quello politico dice che sembriamo all'imbrunire di questa Amministrazione. Paradossalmente non sarà così perché è altamente probabile che l'esecutivo Fiorita completi il suo mandato, in scadenza nell'estate 2027. Insomma, l'iniezione di fiducia data da Capodanno Rai, tappa del Giro d'Italia e concerto estivo di Jovanotti (eventi a cui comparteciperà economicamente la tanto 'attaccata' Regione) sono state annacquate dalle 'questioni' politiche. E, il numeroso gruppo Misto rimane scalpitante.
Un peccato. I tre eventi (che non risolvono alcun problema strutturale della città) potevano essere canalizzati meglio. Anche perché si stagliano due prospettive. La prima; effettivamente ci sono tanti (anche troppi) cantieri aperti, alcuni dei quali non ereditati dal passato e che andrebbero valorizzati. La seconda: giri a vuoto su pratiche minori come quelle appena commentate non sono certo del livello di quello che ci aspetta. Su tutti l'approvazione del nuovo Piano Strutturale Comunale. L'ex Piano regolatore è un obiettivo di consiliatura, ma come i pochi documenti decidono il futuro della città dovrebbero avere la massima condivisione possibile dell'assise municipale. Senza troppe distinzioni politiche. Perché lo svilippo dovrebbe essere di sinistra, destra e centro. Con ogni probabilità la versione attuale riceverà l'ok dalla Giunta, ma in questo caso è il Consiglio comunale a essere sovrano. Diciamolo chiaramente: non deve essere approvato per forza e non deve essere approvato per forza così come è stato presentato. La riduzione di possibilità di costruire (e francamente Catanzaro non ha certo un problema di eccesso di edificazioni private, che significano anche introiti per il Comune) e l' indefinitezza su scelte strategiche andrebbero prima chiarite. Soprattutto, quella che lo stesso sindaco ha definito fondamentale: la localizzazione del nuovo ospedale.
Nel documento si dice molto genericamente che a Germaneto sono previste strutture pubbliche. La maniera più democristiana per dire: nuovo ospedale. A questo punto, sarebbe meglio dirlo senza infingimenti. Seguendo la logica e il buon senso, da tempo, la strada è esattamente quella. Basta dirlo e, per una volta, avere coraggio.
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