
Si è svolto nella sala consiliare del Comune di Botricello, il primo di un ciclo di incontri che la Camera Penale “A. Cantàfora” di Catanzaro intende organizzare in vista del referendum confermativo della riforma della giustizia, previsto per la prossima primavera.
Come è noto, la riforma costituzionale prevede, tra le altre cose, la separazione delle carriere tra Pubblici Ministeri e Giudici.
L’evento di ieri, che ha visto la partecipazione di avvocati, giudici, amministratori e semplici cittadini, ha avuto come finalità quella di spiegare le ragioni per le quali è necessario votare “Sì” al referendum confermativo; ragioni che possono essere sintetizzate nell’esigenza, ormai ineludibile, di assicurare ed applicare i principi del giusto processo, fondato sul crisma della parità delle armi tra accusa e difesa e della totale terzietà del Giudice.
Oggi, purtroppo, questo equilibrio processuale è molto labile e continuerà ad esserlo se colui il quale è chiamato a giudicare continuerà ad appartenere allo stesso ufficio, alla stessa carriera, ad essere sottoposto al medesimo organo di alta amministrazione (il CSM) di colui il quale propugna l’accusa in giudizio.
Dopo i saluti del sindaco di Botricello, dott. Saverio Simone Puccio e dell’avvocato Vincenzo Ranieri, si è entrati nel vivo dei lavori, moderati dall’avv. Angela La Gamma, consigliere della Camera Penale e che hanno visto gli interventi del presidente avv. Francesco Iacopino, del vice presidente avv. Orlando Sapìa e del tesoriere Avv. Nicola Tavano.
I relatori hanno affrontato la tematica a 360 gradi, facendo un raffronto anche con altri ordinamenti nei quali la separazione delle carriere è già in Costituzione da tempo e la situazione è ben diversa rispetto all’Italia, con un tasso di “errori giudiziari”, e di conseguenti riparazioni per ingiuste detenzioni, molto inferiore.
Ci si è soffermati, poi, sulle ragioni per le quali sono assolutamente infondate le obiezioni che, a tale riforma, provengono dal fronte del NO, prima fra tutte che, con la separazione delle carriere, i Pm saranno sottomessi al potere esecutivo: basta leggere la rinnovata formulazione dell’art. 104 cost. per comprendere come non sia affatto così e che, anzi, la magistratura requirente riceve, per la prima volta, riconoscimento costituzionale.
Rilevante, poi, anche la prevista introduzione di due Csm, uno per i PM e l’altro per i Giudici, al posto del Csm unico nonchè la previsione del sorteggio per la loro composizione; tale importante innovazione è volta a porre fine, una volta per tutte, all’aberrante problema del correntismo, emerso con la vicenda Palamara, ma da sempre esistito; correntismo ed elettività nel Csm, infatti, hanno, finora, impedito al Giudice di essere davvero libero, autonomo rispetto al pm e terzo disinteressato all’esito del processo.
Da sottolineare, infine, la necessità di sgomberare il campo da un equivoco di fondo, su cui i fautori del NO stanno cercando di creare confusione: la separazione delle carriere non è una battaglia politica, né, tantomeno, ideologica; è una crociata di civiltà che mira alla tutela del cittadino che si trova a dover affrontare un procedimento o un processo penale.
L’obiettivo, infatti, è quello di assicurare, a tutti gli indagati/imputati, di essere giudicati da un soggetto terzo, autonomo ed imparziale che attribuisca la medesima rilevanza e lo stesso peso probatorio/processuale, tanto agli elementi portati dall’accusa, quanto a quelli avanzati dalla difesa.
Votare Sì al referendum confermativo della riforma, quindi, come emerso nel corso dell’evento di ieri, è l’unica arma che i cittadini hanno per assicurare a se stessi ed ai propri figli una Giustizia equa e vera.
Ed il diritto ad una Giustizia equa e vera non ha colore politico: ciò in quanto il processo penale può bussare alla porta di ciascuno e, solo allora, ci si renderà conto di quanto sia importante il rispetto delle garanzie, prima fra tutte, l’equilibrio tra le parti e la terzietà del Giudice.
Tale obiettivo, come è ovvio, non potrà essere raggiunto finchè, per usare una metafora calcistica, il Giudice, “arbitro”, vestirà la stessa casacca di una delle due “squadre” in campo.
Segui La Nuova Calabria sui social

Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019
Direttore responsabile: Enzo Cosentino
Direttore editoriale: Stefania Papaleo
Redazione centrale: Vico dell'Onda 5
88100 Catanzaro (CZ)
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Sirinfo Srl
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 3508267797