La notizia di oggi è quasi uno scioglilingua. Decade la decadenza, in un’atmosfera decadente. Assurdo, come tutta la situazione politica Catanzarese che ricorda il dramma di chi aspetta Godot. Ovvero un’opera costruita attorno all’attesa, che si sviluppa in un dialogo surreale.
Dialogo capace, tuttavia, di spingerci a sorridere nonostante la tragedia di personaggi perennemente fermi ma che continuano a ripetersi “Possiamo andare?”; “Sì, andiamo”. Eppure restano inesorabilmente fermi. Incollati alle loro poltrone, direbbe qualcuno.
La politica Catanzarese si presenta oggi come in perenne attesa di Godot, un personaggio che non entra mai in scena. Il senso di responsabilità, quella che un tempo si chiamava “questione morale” e che ora è stata sostituita nei “finanziamenti da gestire”. E così il sindaco, nel momento più delicato dei suoi ben 4 mandati, si alza in piedi per sancire la subalternità della politica alle aule giudiziarie.
L’aula applaude la morte della politica ed osanna il suo carnefice.
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