"Con un positivo in casa, vietato ammalarsi. Nessun medico interviene": a Botricello la storia di un mancato soccorso

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images "Con un positivo in casa, vietato ammalarsi. Nessun medico interviene": a Botricello la storia di un mancato soccorso

  19 marzo 2021 14:05

Riceviamo e pubblichiamo la lettera denuncia di una cittadina di Botricello positiva al Covid 19

Botricello.

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In tempi di pandemia, si sa, nulla viaggia sulla rotta della normalità, neanche e soprattutto il servizio sanitario che, al contrario, dovrebbe garantire un minimo d' assistenza nel momento del bisogno.

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Ho il Covid, fortunatamente sopraggiunto in forma lieve. Mai avuto bisogno di assistenza esterna, per fortuna, solo qualche colpo di tosse e dolori muscolari. Ma se, mentre si è a casa in quarantena col virus addosso, un membro della tua famiglia sta male per altri motivi?

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Vietato. Non può accadere. Perché se accadesse, ci si troverebbe in una situazione paradossale, tragicomica direi, la stessa situazione che ho vissuto proprio io, qui in casa mia, due sere fà.

Mio marito, in preda a un picco di labirintite, cade a terra per i forti capogiri e sviene. Fa fatica a riprendersi. Decido di chiamare il 118. Vengono mandati a casa mia due infermieri in ambulanza, senza medico. Controllano i parametri vitali: tutto ok, ma c' è bisogno urgentemente di un plasil, perché la nausea è troppo forte e mio marito sta veramente male. Da qui, l' inizio di una serie di telefonate e situazioni rocambolesche: gli infermieri si rifiutano di fare il plasil, perché non vogliono alcuna responsabilità; chiamo in guardia medica: 'Signora, non posso venire perché non ho i dispositivi di protezione'...(dopo 2 dosi di vaccino, con guanti e Ffp2, di fronte a uno che sta male, penso io, la vocazione di questo medico, dev' essere grande...!)

L' alternativa sarebbe stata, secondo quanto mi veniva proposto, mandare mio marito in ospedale (in tenda) per un plasil, e poi farlo prelevare da qualcuno per riportarlo a casa, magari intorno alle 5:00 della mattina successiva. 

A questo punto, sull' onda del proverbio latino 'HOMO FABER SUAE QUISQUE FORTUNAE', ho deciso di fare io stessa la puntura a mio marito, reputando le piccole dolorose conseguenze di questo gesto meno gravi di una nottata infernale, passata tra spasmi e dolori.

Chiedo di riflettere su due cose, lasciando a voi ogni plausibile considerazione:

'Se, al posto di una labirintite, mio marito avesse avuto in corso qualcosa di grave, chi l'avrebbe aiutato? Di certo, non un'ambulanza che arriva senza medico.'

Ancora: 

'La guardia medica, che motivo ha di occupare fisicamente il posto in ambulatorio, se di persona non interviene quando c' è bisogno?... Per dare disposizioni telefoniche? ...Quello lo si può fare anche da casa.'

A voi l' ardua sentenza.

Lettera firmata

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