"Pronti ad agire perché in Calabria le risorse non mancano. Tutelare i piccoli stabilimenti", così Roberto Talarico presidente provinciale SIB.
18 febbraio 2022 14:54di CARMEN MIRARCHI
Nei giorni scorsi il Governo per evitare la procedura di infrazione europea ha varato all’unanimità la norma che metterà fine alle proroghe incondizionate delle concessioni sulle spiagge. Senza aspettare gli esiti del tavolo tecnico con i rappresentanti del comparto.
"È stato presentato in disegno di legge che potrà avere degli emendamenti in Parlamento. È chiaro che se fossimo in una nazione patriottica avremmo l'atteggiamento che hanno avuto Spagna e Portogallo tutelando gli stabilimenti balneari che reggono sulle forze familiari. Il Presidente della Regione ha detto come la Calabria potrebbe essere esclusa perché ci sono molte risorse, ci sono tante spiagge libere da permettere la creazione anche di 200 nuovi stabilimenti senza intaccare chi ha investito una vita sullo stabilimento balneari" ha detto Roberto Talarico Presidente SIB – Sindacato Italiano Balneari provincia di Catanzaro.
L'emendamento al Ddl sulla concorrenza, votato all'unanimità dal Consiglio dei Ministri, ha previsto cambiamenti a partire dal 1° gennaio 2024. Le gare saranno aperte a tutti, incluse microimprese ed enti del terzo settore: Questo emerge dall'emendamento al ddl sulla concorrenza, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Dal 1° gennaio 2024 le spiagge italiane tornano dunque libere e chiunque potrà partecipare all’assegnazione in base a nuovi criteri di una o più concessioni balneari. Le concessioni balneari continuano ad avere efficacia fino alla scadenza, e comunque fino al 31 dicembre 2023 se il termine previsto è anteriore a tale data. Il Consiglio dei Ministri ha infatti mantenuto quanto già decretato lo scorso autunno dal Consiglio di Stato, che ha annullato la proroga al 31 dicembre 2033 per le aziende balneari, anticipandola di 10 anni.
"Queste decisioni- ha aggiunto Talarico - sono a favore di chi vuole portare un turbocapitalismo come ad esempio è avvenuto a Gorizia presa dalla Redbull. Immaginate de una multinazionale facesse lo stesso in Calabria eliminando i piccoli stabilimenti e stabilendosi fatto i prezzi".
Effettivamente questo problema degli stabilimenti balneari porta a riflettere sulla necessità di tutelare le piccole imprese familiari che conservano le tradizioni e che un decreto rischia di spazzare via. Sostanzialmente si potrebbe arrivare ad una totale mercificazione delle spiagge italiane.
"In Calabria c'è il rischio dell'infiltrazione della criminalità organizzata. I nostri lidi non hanno mille ombrelloni ma 300 in media. Il margine di utile è il mantenimento della famiglia, chi andrà ad investire lo farà per creare un futuro ai propri figli o perché 'deve fare altro'. Andare ad attaccare un sistema che funziona mi sembra fuori luogo" ha detto ancora Talarico.
Un sindacato attivo in Calabria che si confronta con la Regione dalla quale si serve tutelato.
"Sul piano nazionale ed internazionale è il vero problema a causa dei meccanismi che rincorrono l'eccesso di concorrenza, e l'Italia ha già pagato in caro prezzo" ha aggiunto il presidente provinciale SIB. "Sono 30 mila gli stabilimenti balneari italiani che rappresentano la tutela della coste e la conservazione delle tradizioni delle varie regioni. Se vogliamo trasformare le spiagge italiane in zone dove imperversano le multinazionali con gli hamburger, allora dico che i parlamentari devono stare attenti. Fino ad ora abbiamo fatto manifestazione soft ma possiamo fate di più. Al momento scegliamo il dialogo. Le dico che questo argomento è un argomento di distrazione di massa perché i mega profitti sono altrove. I balneari non sono un problema ma anzi sono una risorsa" ha sottolineato Talarico. Intanto ancora la stagione estiva è da organizzare anche se le previsioni sono positive. "Le tensioni internazionali rendono difficile far diventare la Calabria una meta turistica per l'intero anno" ha concluso il Presidente provinciale dei balneari.
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