"Il Comune di Soverato si trova oggi di fronte a un passaggio cruciale per il futuro della stagione estiva turistica 2025 e per la tenuta economica e sociale della città.
La recente decisione del TAR di Catanzaro, che ha annullato la delibera con cui l’amministrazione comunale aveva disposto la proroga delle concessioni balneari, rappresenta un duro colpo per il comparto turistico e per gli imprenditori del settore, oltre che per l’intero territorio", scrive Antonello Talerico, Consigliere Regionale Forza Italia.
"Nella vicenda di Soverato il provvedimento di annullamento è giunto a seguito della iniziativa di un terzo soggetto che - spiega - impugnando il deliberato di proroga del Comune ha determinato allo stato il “blocco” totale delle concessioni balneari che potrebbe polverizzare le aspettative economiche di una intera stagione estiva, sia per i balneari, sia per i turisti, sia per gli stessi cittadini. Dinnanzi, a tale quadro l’unica soluzione – a prescindere dalle strategie successive– è quella di procedere alla impugnazione della decisione del Tar, anche senza proporre istanza di sospensione. Così si potrebbero congelare gli effetti negativi della pronuncia del Tar ed i concessionari opererebbero in forza della Legge n. 166/2024 che resta una Legge provvedimento (trascurata nella sua portata dal Tar)".
"Dopodichè, - prosegue - nelle more del giudizio di appello laddove la sentenza dovesse essere portata in esecuzione, il Comune giusta la pendenza del giudizio di impugnazione potrebbe resistere “passivamente” costringendo il terzo a proporre ricorso per la nomina del commissario ad acta per l’esecuzione del provvedimento di annullamento e degli atti consequenziali. Promuovere il giudizio dinnanzi al Consiglio di Stato consentirebbe di tentare di “salvare” la stagione estiva poiché i tempi processuali sopradetti andrebbero abbondantemente oltre l’estate, ma consentirebbe, altresì, anche all’apparato amministrativo di “giustificare” la resistenza alla decisione del Tar, senza incorrere in responsabilità civile, penale, amministrativa, erariale e politica. In attesa del giudizio di secondo grado l’amministrazione comunale potrebbe optare per talune soluzioni parallele di tipo amministrativo, ovvero adottare un deliberato che accolga parzialmente le osservazioni e le censure del Tar, pur mantenendo la proroga delle concessioni, indi facendo riserva di procedere alla pubblicazione di un bando per il rilascio delle concessioni in conformità alla normativa comunitaria, fermo restando la carenza allo stato dei decreti attuativi di competenza del governo nazionale, che dovrebbero altresì stabilire termini, criteri e condizioni di “dettaglio” per le “nuove” concessioni".
"Non impugnare il provvedimento del Tar, - spiega ancora - oltre a determinare un grave danno economico sul territorio, difficilmente potrebbe ammettere l’adozione da parte del Comune di deliberati per concessioni provvisorie brevi o (pseudo)compatibili con il dettato normativo vigente e/o con la pronuncia del Tar. Ricordiamo ancora che una recente sentenza del Consiglio di Stato (pubblicata in data 10.03.2025), non esclude in assoluto l’adozione dei provvedimenti di proroga delle concessioni, facendo anche un distinguo se la data del rilascio della concessione sia anteriore o successiva alla data del 28 dicembre 2009, cioè prima della trasposizione della Direttiva Servizi 2006/123/CE e, ciò con la conseguenza che risulta applicabile l’art. 1, co. 682 e 683 della L. 145/2018, che prevede proprio il 31 dicembre 2033 come termine ultimo di scadenza (rientrando con ciò nel termine di proroga previsto dal Comune di Soverato per taluni titolari di concessione). Fermo restando che il deliberato n. 258/2024 della giunta regionale calabrese non può disapplicare una norma sovraordinata come è quella dettata dalla Bolkestein, pone però delle questioni giuridiche importanti che allo stato sono rimaste irrisolte anche da parte della giurisprudenza, questioni che potrebbero, invece, essere portate avanti nel giudizio dinnanzi al Consiglio di Stato (e tra queste il criterio della valutazione della sussistenza di disponibilità o scarsità di spiagge libere)".
"Ora, l’unica strada percorribile per evitare un disastro economico e sociale appare quella dell’impugnazione della sentenza presso il Consiglio di Stato. L’alternativa, infatti, è il caos amministrativo, il blocco della stagione estiva e la concreta possibilità che molte attività restino chiuse, con danni ingenti per l’occupazione, l’indotto commerciale e l’immagine turistica di Soverato. La posta in gioco è altissima, e riguarda la sopravvivenza stessa di un settore che rappresenta il cuore pulsante dell’economia locale. Soverato deve andare avanti con determinazione: impugnare la sentenza del TAR è oggi un atto di responsabilità e di coraggio. Solo così la stagione estiva 2025 potrà essere salvata. Il sostegno all’amministrazione comunale di Soverato deve prescindere dalle strumentalizzazioni politiche e partitiche, poiché il caso di Soverato potrebbe avere un effetto domino pericoloso anche per altri Comuni calabresi", conclude Talerico.
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