Nel gennaio scorso, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha aperto un’indagine nei confronti di 32 persone legate all’Università Magna Graecia di Catanzaro iscrivendo nel registro degli indagati alcuni soggetti coinvolti. Le indagini sono state avviate per accertare possibili illeciti quali il mancato rispetto delle procedure autorizzative, violazioni delle condizioni di benessere animale e altri reati previsti dalla legge.
Nelle ultime ore è stata notificata a LEAL, che aveva immediatamente depositato denuncia, da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, la conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei 32 indagati, tra docenti, ricercatori e dirigenti dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.
Questo atto presuppone eventuali rinvii a processo dei medesimi, segnando un passo importante verso la fase successiva.
LEAL ricorda il lungo elenco dei reati e delle violazioni contestate dalla Procura e inseriti nella denuncia:
Maltrattamento di animali (art. 544-ter c.p.): Animali sottoposti a sofferenze estreme, tra cui decapitazioni senza anestesia, lanci contro i muri e mantenimento in gabbie sporche e insalubri.
Uccisione di animali senza autorizzazione ministeriale (art. 544-bis c.p.): Soppressioni cruente e non autorizzate di animali da laboratorio.
Gestione di allevamento abusivo di animali da laboratorio: Presenza di un allevamento non autorizzato e non conforme ai requisiti di legge per la detenzione e l’uso di animali a fini sperimentali.
Violazione delle norme sul benessere animale (D.Lgs. 26/2014): Mancato rispetto delle procedure autorizzative, delle condizioni igieniche, delle modalità di soppressione e delle norme di detenzione.
Associazione per delinquere (art. 416 c.p.): Creazione di un sistema illecito per ottenere vantaggi economici e favori, coinvolgendo personale universitario e dell’ASP.
Corruzione (art. 319 c.p.): Rapporti corruttivi tra personale universitario e veterinari dell’ASP per manipolare le ispezioni e ottenere esiti favorevoli nonostante le irregolarità.
Truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640 c.p.): Ottenimento illecito di circa 2 milioni di euro di finanziamenti pubblici attraverso falsificazione di documenti e simulazione della regolarità delle attività.
Falso ideologico e materiale (artt. 476 e 479 c.p.): Redazione e attestazione di documentazione non veritiera riguardo alle condizioni dei laboratori, ai risultati delle ispezioni e al numero di animali utilizzati.
Omissioni sanitarie gravi: Mancata tenuta dei registri obbligatori.
False dichiarazioni anche sul numero di animali sottoposti a sperimentazione: Alterazione dei dati ufficiali per mascherare l’effettivo utilizzo di animali e ottenere così autorizzazioni e finanziamenti pubblici.
Gian Marco Prampolini, presidente LEAL commenta: "Questo passaggio rappresenta un momento cruciale per la giustizia e per la tutela dei diritti degli animali. LEAL si impegna affinché venga fatta giustizia, auspicando che la ricerca possa sempre procedere garantendo responsabilità etica e trasparenza, abbandonando la sperimentazione animale a favore di una buona scienza".
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