Concluso l’iter di fusione tra i Csv di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Dal primo gennaio è nato il Csv Calabria Centro

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images Concluso l’iter di fusione tra i Csv di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. Dal primo gennaio è nato il Csv Calabria Centro
Luigi Cuomo, presidente del  Centro Servizi al Volontariato di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia – Calabria Centro

Cuomo: "In questa prima fase si tratterà di sviluppare ed implementare il processo di conoscenza e di analisi dei bisogni del terzo settore che opera nel nuovo ambito territoriale di riferimento"

  15 gennaio 2021 11:51

"Nel rinnovo dell’organigramma complessivo dei Centri di Servizio al Volontariato d’Italia, che si riducono per numero ma certo non in termini di efficienza, viene ad essere compresa la recente fusione tra i CSV di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia". E' quanto si legge in una nota stampa del Csv di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia.

"Il nuovo CSV Calabria Centro, - prosegue la nota - che estende il suo raggio d’azione a tutta l’area centrale della regione, non nasce certo per caso, ma dopo un lungo confronto che ha fatto emergere una visione d’insieme rispetto alla logica territoriale, e che si traduce in un elemento di novità significativo in un contesto regionale per nulla avvezzo ad ampliare il proprio sguardo al di là dei confini certi e definiti. Ne abbiamo parlato con Luigi Cuomo, presidente del  Centro Servizi al Volontariato di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia – Calabria Centro- che ha risposto alle nostre domande:

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L’iter di fusione tra i CSV di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia si è ormai concluso, ed il 1° gennaio ha sancito ufficialmente l’atto di nascita del CSV Calabria Centro.  Come si è arrivati fin qui?

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"Con grande senso di responsabilità e con la voglia di accettare una sfida complessa che, nelle nostre intenzioni, rappresenta un nuovo punto di partenza per affermare i valori della partecipazione, della cittadinanza attiva, della solidarietà. E’ stato un percorso difficile e mai scontato che ci ha permesso di allargare i nostri orizzonti senza perdere di vista l’obiettivo".

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Entro quest’anno i CSV d’Italia diventeranno 49 rispetto ai 71 iniziali, non venendo meno in termini di servizi erogati. Possiamo pensare di poter replicare in Calabria quanto sta avvenendo in altre parti d’Italia?

"Questo è in parte già avvenuto proprio attraverso la fusione dei CSV di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia. In un contesto particolare come quello calabrese, attraversato da forti resistenze al cambiamento e da una frammentazione notevole che non riguarda solo il terzo settore, percorrere la strada della condivisione di esperienze, competenze e capacità è praticamente rivoluzionario. Il nostro compito sarà quello di continuare a lavorare per rafforzare e rendere sempre più efficace l’attività di sostegno e qualificazione del volontariato, interpretando la fusione come una grande opportunità per migliorare il nostro operato e superare le criticità finora incontrate sul nostro cammino".

Sicuramente superare le iniziali perplessità in una terra fatta di campanilismi non è stato facile, ma quanto fatto finora si traduce in un atto di responsabilità nei confronti del volontariato dei rispettivi territori. E’ giusto auspicare che l’esperienza acquisita nella propria provincia in questi anni non sarà dispersa, ma solo trasformata in nome di una finalità più grande?

"Più che di un auspicio si tratta di un orientamento preciso, un impegno comune dichiarato sin dalle prime fasi del processo di fusione ed assunto con la consapevolezza che la storia e le esperienze maturate dai tre CSV di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia nei rispettivi territori di competenza siano le basi su cui costruire questo nuovo importante capitolo per il Volontariato ed il Terzo Settore della Calabria centrale.

Dal punto di vista operativo, quali sono le priorità che il nuovo CSV si prefigge di realizzare nei primi mesi di attività?

"In questa prima fase si tratterà di sviluppare ed implementare il processo di conoscenza e di analisi dei bisogni del terzo settore che opera nel nuovo ambito territoriale di riferimento, in modo da garantire standard qualitativi omogenei nell’erogazione dei servizi e, nello stesso tempo, rispondere in maniera efficace alle specifiche esigenze del volontariato e delle comunità.

Sarà fondamentale impegnarsi per superare i problemi connessi alla pandemia da Covid 19 attraverso l’esercizio di tutte le funzioni necessarie a sostenere le organizzazioni di volontariato e gli altri enti del terzo settore in questo momento di straordinaria difficoltà e, nell’ottica della piena applicazione del principio di sussidiarietà, costruire sin da subito relazioni di scambio e di collaborazione con le istituzioni e gli enti locali delle tre province.

Prioritario, inoltre, il tema dell’applicazione della riforma del terzo settore che interessa tutto il mondo dell’associazionismo e che necessita di una costante azione di consulenza, formazione ed accompagnamento che il nuovo CSV Calabria Centro dovrà essere in grado di fornire. Anche in relazione al nuovo protagonismo che il Codice Terzo Settore riconosce agli enti del terzo settore nei rapporti con le Pubblica Amministrazione, specialmente con riferimento all’elaborazione dei piani di zona, sarà essenziale programmare rapidamente una specifica linea d’intervento".

L’aspetto più difficile sarà probabilmente far comprendere alla cittadinanza ed alle associazioni la nuova dimensione territoriale, ben più estesa di quella di appartenenza, come vantaggio e non come penalità. Su quale fronte il nuovo CSV intende muoversi per avviare questo cambiamento culturale?

"Riteniamo utile promuovere e favorire l’incontro, il confronto e lo scambio di esperienze e prassi operative tra le diverse realtà del terzo settore operanti nel nuovo ambito territoriale di riferimento. Sarà necessario tenere lo sguardo alto verso i nuovi obiettivi che la dimensione territoriale di oggi ci permette di vedere senza trascurare le realtà associative e comunitarie più fragili e precarie che dovranno essere sostenute e supportate meglio e più di prima".

 

 

 

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