Il concorso per dirigenti scolastici è stato annullato dal Tribunale regionale del Lazio che ha accolto un primo ricorso tra quelli presentati da decine e decine di candidati che avevano denunciato irregolarità nelle prove.
"Il ricorso va accolto - scrivono i giudici amministrativi - a seguito della riconosciuta fondatezza della doglianza che ha contestato la legittimità dell'operato della commissione plenaria nella seduta in cui sono stati fissati i criteri di valutazione, con conseguente annullamento in toto della procedura concorsuale in questione". Il punto accolto è quello della incompatibilità di tre commissari. Il Ministero annuncia che farà ricorso contro la decisione del Tar. Fonti Miur fanno sapere che "il ministero sta già predisponendo, con l'Avvocatura dello Stato, appello al Consiglio di Stato". Il Tar ha accolto il ricorso "sulla base di una censura giudicata infondata dai tecnici del Miur: non sussistevano, secondo il dicastero, i presupposti per la ritenuta incompatibilità di alcuni commissari".
Puntuale la dichiarazione di Wanda Ferro: “Con una interrogazione presentata poco dopo lo svolgimento delle prove, io e la collega Carmela Bucalo avevamo evidenziato ai rappresentanti del governo le numerose anomalie riscontrate nell’ambito del concorso nazionale per dirigenti scolastici. L’annullamento da parte del Tar del Lazio della procedura concorsuale conferma le irregolarità, in particolare evidenziando l’illegittima composizione della commissione. Si tratta, peraltro, solo del giudizio su un primo ricorso tra quelli presentati da decine di candidati che avevano denunciato le irregolarità nelle prove”. “Ancora una volta è dovuto intervenire il giudice amministrativo per mettere ordine nell’operato pasticcione e confusionario del governo, che anziché ostinarsi nel difendere l’indifendibile dovrebbe lavorare per ripetere la procedura garantendone e il corretto e trasparente svolgimento, a tutela dei diritti dei tanti partecipanti e dei criteri di meritocrazia”.
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