La Cassazione riapre un caso di omicidio commesso a Tropea, nel Vibonese, per il quale era già intervenuta sentenza definitiva di condanna. L’istanza di revisione presentata da Raffaele Calamita, 33 anni - che sta scontando 16 anni di reclusione quale esecutore dell’omicidio di Salvatore Russo avvenuto a Tropea il 10 settembre 2013 – era stata respinta dalla Corte d’Appello, ma la Cassazione ha ora ordinato una nuova pronuncia della Corte territoriale poiché non è stata valutata adeguatamente una prova nuova sopraggiunta dopo la sentenza definitiva.
Si tratta in particolare di dover valutare diversamente le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Emanuele Mancuso, che ha indicato in altro procedimento penale il presunto mandante del delitto il quale avrebbe pagato il principale teste dell’accusa (una donna testimone oculare dell’omicidio) per accusare falsamente Raffaele Calamita. Il caso si riapre, dunque.
In primo grado con il rito abbreviato l’imputato era stato condannato a 24 anni di reclusione (il pm aveva chiesto l’ergastolo). In appello gli erano stati ridotti a 16 in quanto erano state riconosciute le attenuanti generiche ed era stata esclusa la premeditazione del delitto che sarebbe maturato per una vendetta negli ambienti della criminalità locale. Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
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