Condizioni di lavoro dei poliziotti, anche il Coisp si appella ai politici calabresi: "Si vive in un vero e proprio stato di terrore"

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images Condizioni di lavoro dei poliziotti, anche il Coisp si appella ai politici calabresi: "Si vive in un vero e proprio stato di terrore"
Raffaele Maurotti
  04 febbraio 2020 16:05

Il Coisp condivide quanto denunciato dalla quasi totalità delle OO. SS della Polizia di Stato e rilancia la carica chiedendo un intervento dei politici calabresi. 

Questa federazione sindacale dopo aver denunciato il forte stato di disagio dei colleghi nella Questura di Catanzaro unitamente alla quasi totalità delle OO.SS della P.S che rappresentano la maggioranza del personale sindacalizzato, concorda sulla necessità di un intervento da parte dei politici calabresi al fine di riportare la serenità tra i colleghi, il grido d'allarme lanciato dai poliziotti in servizio in tale presidio nei giorni scorsi non può e non deve rimanere inascoltato, ormai si vive in un vero e proprio stato di terrore , visto l'esponenziale aumento delle sanzioni disciplinari, le pressioni continue fatte sui dirigenti e sul personale per comprimere il ricorso allo straordinario emergente,spesso anche in danno dei colleghi impiegati nei settori più operativi, non permettendo loro di svolgere con serenità il proprio lavoro , come se il problema non fosse reprimere il crimine ma non sforare il monte ore di straordinario, per non parlare dei ticket restaurant dove si preferisce in alcuni reparti impiegare il personale di controllo del territorio in fasce diurne anziché serali dove maggiori sono le criticità, il tutto per non dover riconoscere un doppio di ticket restaurant, come se ciò fosse un privilegio e non un diritto.

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I problemi sono tanti alle volanti ben che nei nostri svariati interventi avevamo chiesto da oltre un anno di prevedere l'implementazione delle squadre operative ad 8 unità, ad oggi molti turni sono composti da 6 unità ed in alcune anche meno, rendendo di fatto difficile garantire un adeguato controllo del territorio che permetta di non innalzare i livelli di stress da lavoro correlato tra tale personale operante, oltre che agli stessi di recuperare le energie psicofisiche e di far fruire gli istituti giuridici spettanti visto che non sono Robot ma essere umani con tutte le esigenze e gli oneri familiari che la vita odierna si porta dietro, inoltre abbiamo lamentato da sempre verso tali colleghi forti resistenze nel concedere loro riconoscimenti premiali, nonostante trattano le più svariate emergenze di Polizia e i casi balzati alla cronaca sono quotidiani.

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Sulla tematica trasferimenti molti colleghi hanno subito spostamenti senza nessuna giustificazione o un minimo di preavviso , altri invece restano paralizzati in settori di non loro gradimento senza nemmeno avere una speranza di cambiare settore,visto che inspiegabilmente non esiste una vera e' propria graduatoria interna cosa che una pubblica amministrazione dovrebbe avere per rispettare in pieno il principio di trasparenza, imparzialità e buon andamento della stessa, come si fa in tale sistema a garantire ai colleghi che il criterio utilizzato invece non sia ''la raccomandazione''. Sulla tematica dei rapporti informativi usati non come leva motivazionale ma al contrario come strumenti di ritorsione in danno di ispettori e sovrintendenti che lasciatecelo dire sono a nostro giudizio delle vere e proprie eccellenze, che in tanti anni si sono distinti per professionalità e dedizione nella nostra questura.

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Potremmo scrivere ancora del Commissariato di Lamezia ridotto all'osso per una mancanza di programmazione , dei colleghi in servizio nel centro cittadino che inspiegabilmente non prendono ancora ad oggi il ticket restaurant bencè spettante, ma concludiamo chiedendo senza mezzi termini un termini dei politici calabresi di ogni schieramento politico al fine di far luce su quanto si sta consumando nella nostra realtà, la nostra amministrazione non è questa, la nostra amministrazione è un esempio di democrazia, di eccellenze e di rapporti umani basati sulla fratellanza e non sulla paura.
 

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