di PAOLO CRISTOFARO
Respinto il ricorso presentato in Cassazione dalla F.P. Holding S.a.s. di Francesco Perri contro la Curatela Fallimentare, nella persona del curatore Gennaro Brescia e contro la famiglia Tripodi, in qualità di creditori, impugnando la sentenza della Corte d'Appello di Catanzaro, depositata il 4 luglio 2016, relativa al fallimento della società. La dichiarazione di fallimento era stata richiesta, nel 2013, dalla famiglia Tripodi, in seguito al presunto mancato rispetto degli obblighi contrattuali da parte di Perri.
L'istanza dei Tripodi era stata recepita dal Tribunale nel 2015; accoglimento che aveva portato ad una sentenza di primo grado, avversata dalla Fp Holding, le cui richieste, però, sono state respinte dalla sentenza del 2016 che, appunto, ha confermato il giudizio di primo grado. L'ordinanza della Cassazione (magistrati: Antonio Didone, Alberto Pazzi, Paola Vella, Massimo Falabella, Eduardo Campese), ora, dichiarando inammissibile il ricorso, scrive la parola "fine" al contenzioso aperto tra Perri e i Tripodi, che aveva al centro problematiche di diversi milioni di euro. I beni della Fp Holding, ora, saranno acquisiti dal curatore fallimentare Brescia.
Per la Cassazione, infatti, "il convincimento espresso dal giudice di merito circa la sussistenza dello stato di insolvenza costituisce apprezzamento di fatto incensurabile in Cassazione, se sorretto da motivazione esauriente e giuridicamente corretta". Tutti i motivi presentati da Perri, in sostanza, sono per la Corte inammissibili perché "si muovono su questioni relative al merito, non sindacabili in questa sede".
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