Continua da parte della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro l’azione di contrasto al crimine organizzato, anche attraverso l’acquisizione allo stato dei patrimoni illecitamente accumulati dagli appartenenti alla ‘ndrangheta della città della piana, spesso a prezzo di efferati delitti.
Le Fiamme gialle di Lamezia Terme, infatti, coordinati dalla Dda hanno dato esecuzione ad un decreto di confisca, in Calabria e Piemonte, di beni immobili e mobili, aziende e disponibilità finanziarie riconducibili a Galiano Giorgio ed ai suoi prestanome, dapprima affiliato alla pericolosa cosca di ‘ndrangheta lametina “Cerra-Torcasio-Gualtieri” e successivamente - dopo aver subito anche un attentato - avvicinatosi alla cosca “Giampa’”, sino a farne parte a tutti gli effetti, come da condanna per art. 416 bis cp, passata in giudicato nell’ambito del cd. processo Perseo, relativo alla suddetta cosca di ‘ndrangheta.
Il provvedimento, adottato ex d.lgs. 159/2011, è stato emesso dal tribunale di Catanzaro - sezione seconda penale - su conforme richiesta del procuratore distrettuale antimafia del capoluogo, sulla base delle informative del gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme, all’esito del procedimento prevenzionale, nell’ambito del quale, già nel luglio del 2017, erano stati preventivamente sequestrati i beni oggi attinti dalla confisca.
Le indagini della Guardia di finanza hanno consentito di mettere pienamente in luce la spiccata pericolosità sociale del Galiano Giorgio e la dedizione dello stesso al compimento di gravi reati, dei cui proventi egli ed i suoi familiari hanno vissuto abitualmente, in modo agiato, per anni. Per tale ragione è stata richiesta e ottenuta anche l’applicazione della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di anni cinque, la cui esecuzione è stata curata dal commissariato della Polizia di Stato di Lamezia Terme. I mirati accertamenti patrimoniali e reddituali delle Fiamme gialle, posti a base del provvedimento, hanno infatti dimostrato che i beni nella disponibilità del prevenuto sono di valore del tutto sproporzionato ed ingiustificato rispetto ai redditi leciti dichiarati ed al tenore di vita mantenuto dall’indagato. Ciò ha consentito alla Guardia di finanza di fornire alla magistratura un solido quadro di elementi idonei a disporre il sequestro dei cespiti patrimoniali, rivelatisi di origine illecita o ingiustificati nel loro possesso.
Nello specifico, la misura ablatoria eseguita dai finanzieri di Lamezia Terme ha riguardato i seguenti beni, la cui stima si attesta per un valore complessivo di circa 1.200.000,00 euro: terreno formalmente intestato ad un prestanome, ubicato in Lamezia Terme, con annessi fabbricati costituiti da: edificio di tre piani fuori terra adibito ad abitazione principale del nucleo familiare di Galiano Giorgio, e dei suoi figli; capannone e magazzini adibiti ad opificio per la lavorazione di prodotti caseari e ricovero attrezzi e/o garage; depandance adibita a “cucina rustica”; due terreni coltivato ad uliveto ubicato in Lamezia Terme; fabbricato adibito a magazzino ubicato in Lamezia Terme; terreno coltivato ad uliveto, ubicato in Lamezia Terme; fabbricato consistente in un magazzino ubicato in Novara; quote societarie ed intero compendio aziendale di due società di capitale; quote societarie di una società di persone; una ditta individuale; quote societarie ed intero compendio aziendale di una società di persone operante nel commercio di prodotti tipici ubicata a Novara; disponibilità finanziarie per oltre 30.000 euro.
Al termine del procedimento il tribunale di Catanzaro ha anche disposto la restituzione di alcuni beni sequestrati preventivamente, di cui gli stessi interessati hanno dimostrato la lecita provenienza.
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