Confprofessioni Calabria su Calabria SUE: “Sistema inadeguato”

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L'avvocato Pietro Marino, Presidente di Confprofessioni Calabria
  02 dicembre 2022 12:19

“Il sistema telematico predisposto dalla Regione Calabria per lo Sportello Unico Edilizia ha nuovamente messo alla luce la sua inadeguatezza. La scadenza del 25 novembre ha messo in crisi il sistema e fatto emergere la cattiva gestione della piattaforma messa a punto dalla Regione per far fronte alla tanto auspicata digitalizzazione. Una piattaforma che dovrebbe rispondere alle esigenze, sempre più stringenti, alle quali, i professionisti da un lato, e gli istruttori tecnici degli enti dall’altro, devono rispondere per rispettare le improvvise scadenze. Il 25 novembre, data nota a tutti per via della scadenza della presentazione della CILA-S per il Superbonus 110%, per come concepito dalla L.77/2020, ha fatto emergere numerose problematiche, già nei giorni precedenti”. Lo scrivono in una nota il presidente Confprofessioni Calabria, avvocato Pietro Marino, e il segretario, ingegner Giuseppe Funaro. Che continuano:

 “La mail del 21 novembre, inviata da Fincalabra ai professionisti, che li avvertiva di un intervento di manutenzione programmata, seppur di qualche ora, per l’efficientamento dell’infrastruttura SUAP/SUE/SIMICA, nella giornata del 22 Novembre, intervento a pochi giorni della scadenza, lasciava presagire quelli che sarebbero stati i problemi da lì a poco. Ma se tale efficientamento fosse realmente avvenuto, nulla quaestio. La piattaforma ha continuato a presentare le consuete inefficienze, evidentemente inadeguata per poter fronteggiare, paradossalmente, alle scadenze che lo stesso Stato impone. Tant’è che il 22 Novembre l’Ufficio Sure della Regione Calabria diramava una ulteriore nota a mezzo mail con la quale, “per agevolare l’invio delle pratiche da parte dei professionisti”, così si legge testualmente, veniva predisposto un Help Desk tecnico, raggiungibile sia via telefono e, in alternativa, mediante apposito form predisposto sul portale Calabriasue. Oltre tale misura, sempre tramite la suddetta comunicazione, si informavano i professionisti che “in caso di sovraccarico dei sistemi informativi è consentito l'invio di una PEC al SUE comunale con l'obbligo da parte del professionista/cittadino di inserire la pratica sul sistema informativo CalabriaSUE entro 5 giorni dal venir meno della causa che ha reso impossibile l'inserimento in piattaforma”. Un ulteriore onere per i professionisti che, oltre ad un duplice invio a loro carico e spese, sono, tutt’oggi, soggetti a capire da quando verrà meno la causa dell’inserimento della pratica sul sistema Calabriasue, attesa la perenne inefficienza. La disavventura per i tecnici calabresi e non solo, però, non è finita qui, poiché diversi comuni hanno caselle PEC con una dimensione massima tale che, la capacità di ricezione, viene vanificata dall’eventuale sovraccarico che ne determina la mancata consegna per “errore di casella piena”. L’ufficio SURE della Regione Calabria, evidentemente, dopo aver ricevuto notizia di ciò, sempre il 22 di novembre consigliava, per come testualmente si legge sulla mail inviata, “di anticipare il più possibile il caricamento della CILAS in piattaforma senza aspettare la data di scadenza prevista”. Se fosse stato possibile ovviamente… ma il messaggio che appariva inesorabile sulla piattaforma, da tanti fotografato, era un secco “Il servizio di gestione telematica delle pratiche SUE è temporaneamente non disponibile. Messaggio che si perpetrava per i giorni seguenti”.

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Marino e Funaro scrivono ancora:

“E ancora, un giorno prima della scadenza, essendo gli uffici tecnici dei comuni, in taluni casi, irraggiungibili via Pec, così come la piattaforma Calabriasue, una ulteriore mail avvisava circa la modalità di trasmissione delle stesse pec (solo un giorno prima), indicando ai professionisti che l’estrema ratio è quella di consegnare a mano le pratiche (addio tanta attesa digitalizzazione), dettata da una sentenza del TAR di Cagliari secondo la quale “Il documento informatico (n.d.r. la pratica in questione e nella sua interezza e completezza) si intende consegnato al destinatario quando la Pec del destinatario ha generato la ricevuta di consegna ed anche nel caso in cui la consegna non sia potuta avvenire per causa imputabile al destinatario. In tal caso, il mittente, avendo piena conoscenza del mancato ricevimento della Pec, secondo i giudici, avrebbe potuto “usando l’ordinaria diligenza”, rendersi conto che “la Pec da lui inviata al Comune non era stata ricevuta dallo stesso Comune (n.d.r. che aveva la casella di posta piena) e ben avrebbe potuto provvedere ad un nuovo successivo invio delle pratica sempre a mezzo Pec o avrebbe potuto pure consegnare la stessa a mano agli uffici, avendo interesse che l’amministrazione la possa valutare”. Insomma, oltre il danno la beffa, per i professionisti calabresi, considerando che un tecnico avrebbe potuto avere una CILA-S da presentare nel Comune di Rocca Imperiale e un’altra nel Comune di Melito Porto Salvo…. Il disservizio evidente, più e più volte fatto presente, è stato interamente riversato in termini di responsabilità e di costi sui professionisti. Come se non bastasse, due ore prima dello scoccare della mezzanotte del 25 Novembre, una ulteriore mail di Fincalabra, informava i tecnici che l’Ufficio Regionale SURE, nel caso di casella piena PEC del Comune di competenza o di impossibilità di presentare a mano, aveva predisposto una ulteriore procedura straordinaria consistente nel trasmettere, alla pec appositamente predisposta dall’ufficio suddetto, le pratiche che dovevano essere inviate tramite piattaforma Calabriasue, con il consueto obbligo, già discusso, che entro 5 gg dal venire meno della motivazione che ne ha impedito il caricamento, il tecnico provveda al caricamento sul portale. È necessario e urgente un incontro tra i competenti uffici della Regione Calabria, Fincalabra e i rappresentanti di categoria, riuniti in Confprofessioni, che in Calabria hanno chiesto di poter essere sentiti e di far parte integrante dei processi che riguardano l’attività da loro svolta per individuare soluzioni condivise che possano effettivamente facilitare lo svolgimento delle attività professionali e nel contempo individuare le criticità di una piattaforma che ormai, nonostante il tempo trascorso dal suo varo, continua a presentare evidenti problemi, causando un danno di immagine anche all’esterno, considerate le lamentele pervenute da tecnici di varie regioni” il commento del Presidente di Confprofessioni Calabria, Avvocato Pietro Marino. Si auspica che la Regione, e il Presidente Occhiuto, incontrato già da Confprofessioni, si adoperino per istituire un tavolo di confronto permanente nel quale le associazioni di categoria, titolate alla rappresentanza, possano fornire un ausilio costruttivo per mettere a punto un sistema efficiente, semplice e che non vada in crisi quando c’è necessità di rispondere alle scadenze che lo stesso Stato impone.” chiede il Segretario Regionale di Confprofessioni Ing. Giuseppe Funaro, anche coordinatore del tavolo tecnico della Confederazione.”

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