Nei Circoli PD di Catanzaro e Provincia si è votato sulle mozioni al Congresso Nazionale. Ha vinto ovunque la mozione pro Bonaccini con largo margine sulle altre. Questo il dato rilevato a caldo sull’andamento del voto. In totale gli aventi diritto erano 1283, hanno votato 1081 rispondenti ad una percentuale dell’84,26%. Per Bonaccini i voti sono stati 704 pari al 65,31%, al secondo posto la mozione Schlein (163 pari al 15,12%), al terzo la mozione Cuperlo con 153 schede (14,19%) e al quarto De Micheli con 58 schede (5,38%). Nel Capoluogo le mozioni sono state presentate da Salvatore Passafaro (Bionaccini), Pasquale Mancuso (Schlein), Aldo Rosa(Cuperlo), Teresa Esposito (De Micheli). Sul voto si è dichiarato soddisfatto sotto il profilo della partecipazione il segretario provinciale del Pd di Catanzaro, Domenico Giampà.
Il risultato a Catanzaro e provincia si allinea a quello complessivo delle altre province. Un dato che consente una previsione sulle prossime primarie e cioè che il candidato di bandiera alla segreteria nazionale del Partito sarà Stefano Bonaccini. Per il secondo posto lanciata la Schlein. Le primarie “aperte” difficilmente potranno sovvertire le previsioni sulla conclusione di un Congresso “costituente” che non è stato e continua a non esserlo esente da polemiche addirittura da accuse di irregolarità e in questo ultimo caso i più agguerriti sono stati i cuperliani. A tal proposito dopo gli scrutini sul “caso Calabria” è intervenuto a metter legna sul fuoco delle accuse Michele Mirabello della Mozione Cuperlo per la Calabria
“Mentre si celebrano le convenzioni di circolo, fra operazioni "di voto" in tempi record, e chili di verbali redatti a tavolino, cominciano ad emergere dati incontrovertibili sulla ipocrisia che regna sovrana sul partito democratico calabrese.
Si apprende così, in queste ore, che lo stesso rigore formalistico e le stesse inflessibili regole statutarie si applicano alla lettera con gli "avversari" congressuali e si interpretano a piacimento con gli amici di Irto
Infatti, emblematici su tanti esempi alcuni casi assolutamente singolari.
Il primo, quello di Luigi Muraca, candidato nelle regionali del 2020 con il centrodestra, che viene accolto nelle anagrafe del partito democratico lametino senza colpo ferire, ed in barba a regole, regolamenti, cavilli ed interpretazioni da Corte di Cassazione.
Sempre a Lamezia, alla convenzione di circolo addirittura illustra la mozione Bonaccini Felicia Villella, candidata contro al PD alle elezioni amministrative nelle liste di Piccione.
Allo stesso modo, sempre a Lamezia, l'anagrafe è "arricchita" dalla presenza di Teresina Calidonna, prima dei non eletti nelle lista di Mascaro.
Inutile sottolineare che a Lamezia si è votato nel 2019 con replica su 4 seggi nel 2020.
Altro caso ancora più eclatante.
A Bagnara Calabra il partito "unito aperto e inclusivo" è di fatto costretto a tesserare, nonostante le formali segnalazioni del locale circolo ai livelli superiori, Felice Maceri e Francesco Oliverio, che appena qualche mese fa, in dissenso con le formali determinazioni del Partito Democratico di Bagnara, che ha contribuito alla coalizione guidata da Adone Pistolesi, poi risultata vincente, si sono candidati nella lista di centrodestra guidata da Mario Romeo, ex vicesindaco di Gregorio Frosina.
Dunque candidati di primissimo piano della destra calabrese entrano a pieno titolo a far parte del partito democratico e possono liberamente esprimersi nelle convenzioni in barba alle regole, ai codici ed ai codicilli.
Tutto ciò mentre a personalità storicamente legate al mondo della sinistra e del partito democratico calabrese, che avevano deciso di partecipare alla fase costituente, questo diritto è ostinatamente negato.
Fatti e circostanze che dimostrano lo strabismo ed il doppiopesismo del Partito Calabrese e che evidenziano ancora una volta la scarsa credibilità di un gruppo dirigente e di un segretario regionale chiusi al cambiamento ed alla rigenerazione di questo partito ed arroccati sui vecchi metodi che hanno portato il partito sull'orlo di una sostanziale dissoluzione.
Piuttosto che preoccuparsi di ricostruire aprendo ed includendo forze e soggetti di limpida storia e collocazione democratica e di sinistra, il cerchio magico che guida questo partito in Calabria è in sostanza preoccupato di fare pressioni sulle commissioni congressuali per riproporre vecchie logiche di potere inconciliabili con quello che avrebbe dovuto essere un vero congresso costituente.
Michele Mirabello Mozione Cuperlo Calabria”
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