Conidi Ridola: "Quando la sorpresa impone una riflessione: l'Ordine alla prova della fiducia"

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  21 dicembre 2025 23:33

di M  CALUDIA CONIDI RIDOLA*

Il 16 dicembre scorso la Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro, avvocata Vincenza Matacera, ha inviato una PEC a tutti gli iscritti comunicando che la tesoriera dell’Ordine si era autodenunciata per il mancato versamento di alcune somme sui conti dell’ente.
Una comunicazione che ha inevitabilmente generato sorpresa e sconcerto. Non solo per il contenuto, ma soprattutto per il contesto in cui l’episodio si colloca. Oggi la gestione contabile degli enti ordinistici avviene attraverso sistemi integralmente tracciabili, documentabili e sottoposti a verifiche periodiche, con una rendicontazione annuale che rappresenta un presidio di controllo e trasparenza. È dunque naturale che una vicenda di questo tipo appaia, prima ancora che grave, oggettivamente difficile da immaginare.

La meraviglia, pertanto, è una reazione comprensibile. Così come lo è il disappunto di fronte a un fatto che non ha precedenti nella storia dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro e che ha colpito un’istituzione che, fino ad oggi, ha sempre rappresentato un punto di riferimento per la comunità forense.
Diverso discorso meritano le reazioni che si sono registrate sui social network. In queste ore si è parlato di “sciacallaggio”, termine forte ma non del tutto improprio per descrivere una dinamica ormai ricorrente. I social amplificano ogni evento, spesso senza filtri, cogliendo qualsiasi frangente per esprimere giudizi sommari, talvolta protetti dall’anonimato o comunque da una distanza che consente di schermare le proprie reazioni. Anche questo, nel bene e nel male, finisce per rivelare molto delle persone e del modo in cui intendono il confronto.

Ritengo che, in casi come questo, la postura più corretta per un professionista non sia né l’impassibilità né la delegittimazione dell’istituzione. Restare indifferenti significherebbe normalizzare l’accaduto o fingere che non ci riguardi; alimentare sospetti generalizzati, al contrario, rischia di compromettere la fiducia in un organismo che è patrimonio comune. È del tutto legittimo, invece, esprimere un disappunto e una forma di indignazione misurata, senza che ciò si traduca in una messa sotto accusa indiscriminata di chi aveva il compito di vigilare, compito che – come noto – si esplica anche attraverso la rendicontazione annuale.
È necessario, oggi più che mai, attendere gli accertamenti e lasciare che le sedi competenti facciano piena luce sui fatti, restituendo una spiegazione chiara e un significato compiuto a quanto accaduto. Solo così sarà possibile una valutazione responsabile, lontana da semplificazioni e processi sommari.

Ma vi è un ulteriore profilo che merita attenzione. Anche nei momenti più bui o più tristi, come quello che l’avvocatura sta attraversando, è possibile trovare la forza per riaffermare la fiducia verso alcune persone e, soprattutto, per rinsaldare rapporti autentici con chi dimostra di meritarla. Le crisi, per quanto dolorose, possono diventare occasioni di ripartenza e di ricostruzione, se affrontate con onestà intellettuale e senso delle istituzioni.

Questo è anche il tempo per rivedere relazioni costruite su apparenze o falsità, per mettere da parte ciò che non è solido e per valorizzare, invece, le persone realmente affidabili e competenti. Non per recriminare, non per puntare il dito contro terzi, perché ciò non farebbe altro che amplificare confusione e tensioni, ma per rafforzare ciò che conta davvero.

Allo stesso modo, occorre evitare che singole affermazioni, magari dettate dalla gravità di un fatto che non poteva passare inosservato, diventino pretesto per giudizi affrettati o polemiche sterili. Il rispetto dei ruoli, delle persone e delle istituzioni resta un valore imprescindibile.

L’Ordine degli Avvocati è fatto di donne e uomini, ma è soprattutto un’istituzione che ci rappresenta tutti. Difenderne la credibilità non significa tacere, bensì affrontare anche le vicende più difficili con equilibrio, responsabilità e fiducia nei meccanismi di garanzia. È in questo modo che, anche dalle situazioni più complesse, si può ripartire su basi più solide e autentiche.

*Avvocato


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