di GABRIELE RUBINO
Ci sarà il 'pre-fine' o continuerà il lungo e travagliato cammino della maggioranza di centrodestra? Conoscendo le dinamiche degli stracci che regolarmente volano nel Consiglio comunale di Catanzaro, per poi essere più o meno lavati e ri-sporcati in poco tempo, l'opzione più accreditata resta la seconda. Il 'pre-fine' era stato evocato in un ruvido intervento di Giovanni Merante dell'Udc, sempre più in tandem con Forza Italia, contro il sindaco Sergio Abramo, attorno al quale si schiera a testuggine il suo gruppo (per una volta compatto) e Catanzaro da Vivere, in una seduta dell'Assemblea municipale che non poteva non essere lo specchio delle reciproche recriminazioni delle diverse anime del centrodestra. Dopo settimane di apprensione sulla nomina del presidente del collegio dei revisori, condita dalla diffida di una delle concorrenti (Rosa Maria Petitto), da un parere del ministero dell'Interno che invocava una nuova votazione e dalle fibrillazioni annesse, è stato eletto Franco Lacava. Il problema è che è stato votato soltanto dai tredici consiglieri (incluso il sindaco), quindi da un blocco del centrodestra. I gruppi Forza Italia (e le sue liste civiche) e dell'Udc sono usciti dall'Aula. La maggioranza quindi, sul voto, si è indubitabilmente spaccata.
Nulla però da far credere che si sia innescata la miccia di una vera e propria crisi politica. Vuoi perché il sindaco Abramo, rispondendo a Sergio Costanzo, ha rimarcato più volte "no, non mi dimetto" e vuoi perché le fantomatiche diciassette firme per far calare in anticipo il sipario sulla consiliatura non arrivano. E non arriveranno. Di conseguenza, la seduta del Consiglio comunale si è trasformata in una delle tante 'riunioni di maggioranza' saltate nei giorni scorsi. L'Abc della poltica, seppur evocato in Aula, suggerirebbe di confrontarsi a fari spenti, ma a furia di rinviare prima o poi se ne doveva discutere. Ed è successo in pubblico. Ne esce un quadro in cui Forza Italia (con la pattuglia delle giovani donne alla ribalta e altre situazioni interne più in seconda fila) e l'Udc rinsaldano l'asse in nome del 'meglio i partiti delle liste civiche'. Dall'altra parte appunto proprio liste civiche: quella di Catanzaro da Vivere e quella fa riferimento al sindaco che puntano "sugli uomini". Abramo ha ribadito: "Sono di Forza Italia" e almeno per una volta anche Filippo Mancuso, nel recente passato piuttosto irrequieto, si è schierato con il primo cittadino. Curioso che una ventina di giorni fa sia saltato il vertice allargato ai maggiorenti e un'altra riunione sia stata bypassata da Fi proprio prima di questa seduta, occasioni in cui si poteva risolvere la tenzone. Quasi a voler lavare i panni sporchi in pubblico.
Non esiste il bianco e il nero. La tavolozza di Palazzo De Nobili ha molte più sfumature, che fuoriescono dal solco della tradizionale dialettica fra diverse posizioni. Ci sono reciproche antipatie (anche interne ai gruppi), diffidenze ormai cronicizzate (ormai uscite allo scoperto, con tanto di scambi 'sopra le righe') e, soprattutto, un comune senso di debolezza che, paradossalmente, prolunga per inerzia la vita della consiliatura. A meno che non arrivi uno tsunami esterno. Che poi è il timore reverenziale che da settimane serpeggia fra i consiglieri. In assenza, si continuerà con le sgomitate, gli sgambetti e i dispetti. Da una parte e dall'altra.
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