Il mandato di rappresentanza conferitogli da 852 voti non è bastato per riconoscergli la carica più prestigiosa
24 febbraio 2023 10:35La riflessione post voto dell'avvocato Amalia Garzaniti
Illustri mi Colleghe e Colleghi,
mi consento queste poche battute al sol fine di renderVi edotti di quanto accaduto nel corso della prima riunione del neo eletto Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.
A colpi di una maggioranza risicata e precostituita è stato deciso di occupare tutti i posti disponibili senza consentire alcun confronto. Nessun dialogo è stato possibile sul metodo e nel merito, con l’inevitabile conseguenza di inibire ogni possibile condivisione da parte dell’intero consiglio.
Ebbene, evidentemente per la maggioranza del consesso (8 su 15 che qualificherei come “maggioranza risicata”) il mandato di rappresentanza conferitomi da 852 voti - più della metà dei votanti - nonchè quattro anni di servizio prestati all’interno dell’Istituzione, senza mai lesinare fatiche e sudori ed operando nel solo interesse di tutti gli Iscritti, non sono bastati per riconoscermi la carica più prestigiosa. Ne prendo atto, nel rispetto assoluto del regolamento che lo consente.
Ma ciò non significa che io non debba fare delle valutazioni il cui confine tra comportamenti umani e professionali è davvero molto labile. La nostra professione è l’ago della bilancia che tiene l’equilibrio del sistema democratico.
Tutti noi sappiamo che dobbiamo batterci in prima istanza non certo per ottenere una formula assolutoria, bensì affinchè i nostri clienti siano sottoposti ad un equo giudizio.
Quello che vale nella nostra professione però sembra non valere all’interno della nostra Istituzione, dove si è evidentemente mancato di rispettare le più elementari regole della democrazia.
Non dovevo essere eletta Presidente del nostro amato Ordine a tutti i costi, ma lo desideravo soprattutto per segnare una profonda linea di demarcazione con quelle logiche incomprensibili che hanno invelenito il clima forense, per di più facendo perdere quel prestigio che tutte le massime Istituzioni un tempo ci riconoscevano.
Desideravo una presidenza partecipativa, in linea con le consultazioni elettorali durante le quali in molti si erano sentiti coinvolti, animanti da una più corretta logica del “noi” e non dell’ “io” o, peggio ancora, da una logica burattinaia che vede maschere sul palco eterodirette da una longa manus.
Sarò comunque ossequiosa delle regole statutarie e dei comportamenti più o meno cristallini adottati, ma con la massima serenità e nel rispetto di tutti coloro i quali mi hanno votato conferendomi una piena rappresentanza, consentitemi di riflettere se sia ancora in grado di continuare questa battaglia a tutela della categoria tutta.
Il mandato conferitomi mi impone di operare, come sempre fatto, nalla massima libertà e senza alcun condizionamento, tuttavia quest’oggi mi sento soffocata da un sistema che mortifica le stesse regole che noi abbiamo giurato di far rispettare indossando il cencio nero.
Permettetemi, infine di ringraziarvi tutti, uno per uno, senza però nascondere l’amarezza e la delusione per il mancato rispetto della volontà dell’elettorato.
Con immensa stima ed affetto
Amalia Garzaniti
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