di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
La tanto attesa seduta della riunione del Consiglio federale sostanzialmente prende tempo. Unica decisione riguarda lo stop dei Dilettanti, mentre i professionisti completeranno la stagione.
Tutto qui l’esito di una seduta attesissima, carica di aspettative ma che lascia un po’ perplessi. Nessuna rivoluzione, nessun cambio di impostazione e il dubbio amletico di non poter rispettare quel protocollo sanitario studiato dai medici.
Al termine della seduta iniziata a mezzogiorno a Roma e presieduta dal presidente della Figc, Gravina, è stata approvata una delibera per la regolare prosecuzione di Serie A, B, C. In subordine, si procederà a modifiche di format e, in caso di definitiva interruzione, saranno definite graduatorie con criteri che premino il merito sportivo. Confermate comunque promozioni e retrocessioni.
Tutto ancora legato alla linea di contagio e alla prossima riunione in programma il prossimo 28 maggio nel corso della quale Governo e Figc stabiliranno le linee guida e se sarà il caso di proseguire o se trovare altre soluzioni. Il 20 agosto è la data ultima per il termine dei campionati. Dunque, tocca attendere altri 8 giorni prima di conoscere il futuro del calcio italiano professionistico e di sapere se la Serie A potrà ripartire. Il ministro dello Sport Spadafora lo ha annunciato: “Il 28 maggio prenderemo la decisione”.
Dal canto suo, il presidente della Serie C, Francesco Ghirelli è molto deluso: "Devo parlare il linguaggio della verità: quello che è uscito dal Consiglio federale non mi soddisfa per nulla. La Serie C ha una sua evidente specificità nel campo professionistico, altrimenti non si capirebbe perché ci sono A, B ed appunto Serie C. Noi non siamo in grado di tornare a giocare, ce lo hanno detto anche i sessanta medici sociali, dovevamo fare gli ipocriti e non parlare il linguaggio della verità? Il calcio va veramente riformato nella sua cultura. Noi non siamo in grado di assicurare la certezza delle misure per salvaguardare la salute. Quello che si sa del nuovo protocollo ci porta a dire che sarà ancora più dura per i nostri club. Mi auguro che io abbia torto rispetto alla situazione. Discuterò ancora una volta con i presidenti con la stessa chiarezza con cui l’ho fatto da sempre. Poi qualcuno può andare a sollecitare scrivendo lettere per giocare i playoff. Playoff e play out si potrebbero disputare? Abbiamo votato alla luce del sole, né torneremo a discutere. Io non voglio sfidare nessuno, non c’è una lotta di potere, almeno per me conta solo la Serie C, i valori del calcio e al primo posto c’è la salute. La mia intenzione è di proteggere gli interessi di tutti i club, valgono gli interessi generali e non quelli di qualcuno".
Sulla stessa linea, il direttore sportivo del Catanzaro, Pasquale Lo Giudice, che dice a Tutto C: "Da questa situazione si evidenzia che tutto quello che la Serie C aveva proposto non è stato preso in considerazione. Si racchiude tutto qui. È come se finora si fosse scherzato".
E sul protocollo sanitario aggiunge: "Se l’orientamento è quello di riprendere sicuramente attueranno un protocollo nuovo, più idoneo alla Lega Pro. Credo che il 28 daranno delle linee guida più dettagliate anche su questo aspetto. Noi siamo semplici spettatori, c’è una situazione in cui non si sa cosa fare. La realtà è questa. E poi sugli allenamenti ci sono difficoltà in Serie A, figuriamoci in Serie C".
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