"In questi ultimi giorni abbiamo assistito ad un dibattito che forse avrebbe meritato un maggiore risalto e che si è avviato a seguito di una sparata, dal sapore campanilistico, dell’On. Irto ex capo gruppo del PD in Consiglio regionale. L’On, evidentemente molto rammaricato, ha accusato La Commissione fondi Ue di aver commesso un grave “sgarbo istituzionale” per aver tenuto una sua riunione a Catanzaro presso la Sede della Giunta Regionale. Non ritengo necessario entrare nel merito di una questione di tale scarso rilievo, mi chiedo semplicemente perché autorevoli rappresentati regionali non siano mai intervenuti in occasione di vari eventi, anche di levatura nazionale, impropriamente tenuti lontano dalla Cittadella regionale".
Così, in una nota, il Segretario di Circolo del Partito Democratico di Santa Maria di Catanzaro Maurizio Caligiuri.
"Tuttavia -continua Caligiuri- rilevo come il problema sollevato abbia una dimensione ben più ampia perché riguarda la Regione, il suo assetto istituzionale e se, come in tutte le altre regioni d’Italia, è giusto avere una unica sede per Consiglio ed Esecutivo. E ancora se il Capoluogo di regione abbia o meno il diritto/dovere di esercitare compiutamente il suo ruolo.
Sono fortemente convinto che il compromesso risalente alla fase di avvio dell’Ente Regione, e quindi a distanza di ben cinquant’anni, debba considerarsi superato in conseguenza delle mutate condizioni e della dimostrata inefficienza di tutto il sistema regionale.
Quel compromesso, voluto dalla classe politica di allora sotto minacce e ricatto dei cosiddetti moti di Reggio, prevedeva, tra l’altro, un capoluogo dimezzato e creava i presupposti di un Governo regionale ben lontano dal conseguire una sostanziale unità dei calabresi e, conseguentemente, senza scalfire in alcun modo il radicato sentimento campanilistico che tanto danno ha arrecato e arreca allo sviluppo civile sociale ed economico della nostra regione".
"Bene, quindi, ha fatto il comitato elettorale del candidato sindaco Donato a prendere posizione e non può indurre a scandalo se, nella proposta di Governo della città, si ponga un problema di tutela delle prerogative di Catanzaro e se, in una doverosa e opportuna visione programmatica, si tenga in debito conto il rapporto con la Regione; perché se da un lato la Calabria, in una giusta e razionale visione sistemica, necessita di un suo capoluogo, dall’altro quest’ultimo deve essere messo nelle migliori condizioni per svolgere a pieno le sue funzioni. -scrive ancora Caligiuri- Senza considerare che non è più procrastinabile il problema di porre mano ad una radicale revisione dell’assetto territoriale regionale, oggi fortemente squilibrato a seguito della tripartizione della ex provincia di Catanzaro cui deve aggiungersi la nascita della città metropolitana di RC in un sistema, quindi, che, se non sottoposto a revisione, rischia di penalizzare l’intera area centrale della Calabria. Tuttavia tutti gli intervenuti nel dibattito, salvo qualche sporadico caso, hanno accuratamente evitato di entrare nel merito della questione sollevata e come al solito, di questi tempi, si parla di altro facendo prevalentemente riferimento a mere questioni procedurali e/o di opportunità. Tema rilevante in questi interventi sarebbe quello di non risvegliare i mai sopiti sentimenti di rivincita e di rivendicazionismi e con il rischio di sollevare nuove inconsulte reazioni. Si mantiene, in tal modo, uno status quo assolutamente inaccettabile e si impedisce alla politica, quella vera, di formulare proposte per un imprescindibile cambiamento che abbia al centro il bene comune".
"E’ assolutamente giusto e doveroso porsi queste riflessioni, -conclude- non demordere e avviare un serrato confronto per una svolta vera e per un cambiamento radicale. Lo si deve non a Catanzaro ma alla Calabria e ai calabresi tutti".
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