di GABRIELE RUBINO
Tra circa un mese potrebbero esserci i primi pronunciamenti sui presunti casi 'l'ineleggibilità' di alcuni consiglieri regionali. Oggi, nel Tribunale di Catanzaro, c'è stata l'udienza sui ricorsi di Antonello Talerico nei confronti degli eletti Michele Comito e Valeria Fedele. Un derby dentro Forza Italia 'su vasta scala', visto che anche Silvia Parente ha messo nel mirino i primi due nella lista degli azzurri della circoscrizione Centro. Tecnicamente oggi la causa è stata trattenuta in decisione, entro il 4 febbraio i ricorrenti potranno presentare ulteriori note ed entro il 10 febbraio le controparti potranno replicare. Da qui la proiezione che attorno al 20 febbraio potrebbe arriva la decisione di primo grado. Attenzione, anche in caso di accoglimento dei ricorsi, la geografia del Consiglio regionale (viste le sicure impugnative dei soccombenti) cambierà solo a partire da una pronuncia dello stesso tenore almeno in secondo grado.
Partiamo appunto dai ricorsi in Forza Italia. Per Talerico, erano presenti gli avvocati Anselmo Torchia e Jole Le Pera. Il presupposto giuridico su cui si fonda il ricorso è che la Calabria non ha scelto di disciplinare in dettaglio le cause di ineleggibilità, dunque trova applicazione la legge nazionale n. 154 del 1981, su cui è ammissibile l'interpretazione evolutiva (non analogica, delle fattispecie di ineleggibilità). Michele Comito è primario della struttura complessa di Cardiologia dell'Asp di Vibo e, soprattutto, direttore del dipartimento emergenza urgenza. Il documento qualificante del ricorso riguarda una determina che porta la firma Comito dello scorso 8 settembre, dunque in piena campagna elettorale e nonostante fosse formalmente in aspettativa. La difesa punta sul fatto che in realtà gli atti fossero stati firmati prima di quella data. In ogni caso, stando alla ricostruzioni dei legali in rappresentanza di Talerico il visto di regolarità contabile risulta del 7 settembre dunque in ogni caso la determinazione finale doveva arrivare dopo. Oltre a Comito, c'è stata poi la discussione sul ricorso contro Valeria Fedele. La contestazione punta sul fatto che la stessa da direttore generale della Provincia avrebbe esercitato funzioni non solo nell'interesse dell'Ente intermedio ma, dopo la legge Delrio, anche concorrenti con la stessa Regione o del tutto per conto della Regione stessa. Nel caso della Fedele non c'è stata proprio la richiesta di aspettativa o comunque di dimissioni o sospensione dalle funzioni nel corso della campagna elettorale per le Regionali. E' indubbiamente un caso giuridicamente stuzzicante perché il primo nel suo genere con questi connotati.
Gli altri ricorsi discussi oggi sono stati quelli di Stefano Princi contro Giuseppe Gelardi nella lista della Lega e poi quello di Annunziato Nastasi (M5S) contro la candidata alla presidenza del centrosinistra Amalia Bruni.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736