Dopo le scuse, il Consiglio regionale abroga la legge sull'indennità ai consiglieri decaduti (VIDEO)

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  03 giugno 2020 15:45

E' il giorno in cui il Consiglio regionale torna indietro, dopo l'autogol di una settimana fa sulla norma che consente ai consiglieri regionali decaduti di vedersi riconosciuta una contribuzione pari a tutto il mandato. In premessa ha parlato il presidente di Palazzo Campanella Domenico Tallini: "Questa presidenza ha verificato la sussistenza di incongruenze sia per quanto riguarda il mancato allineamento alle intese raggiunte in sede di Conferenza Stato-Regioni e di conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative, sia per quanto riguarda l'impatto finanziario con la platea dei potenziali beneficiari. I profili di formale irregolarità non sono purtroppo emersi con la necessaria chiarezza nell'ultima seduta del Consiglio". "La revoca della legge 5/2020 è un atto doveroso e nello stesso tempo un atto di responsabile umiltà del Consiglio regionale della Calabria, capace di riconoscere errori di valutazione, di analisi e di opportunità politica. Con questo atto che compiamo oggi non cancelliamo  nessun peccato originale di cui vergognarci, ma prendiamo atto dell'enorme responsabilità come assemblea rappresentativa della volontà popolare. Una responsabilità che non ci consente di sbagliare, nemmeno in buona fede". Per questo Tallini ha detto della necessità di "limitare in futuro il ricorso all'articolo 42 del regolamento", ossia la possibilità di discutere in aula provvedimenti originariamente non previsti all'ordine del giorno (come accaduto proprio in questo caso).  

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"C'è stato un ingiusto attacco concentrico nei confronti del Consiglio regionale e dei suoi componenti. Un attacco basato su fake news e bugie. La più colossale fake news è il ripristino dei vecchi vitalizi. I vecchi vitalizi sono stati aboliti sin dal 2011, mentre nel 2019 ben 189 assegni vigenti sono stati rideterminati su base contributiva con un risparmio per l'Ente di 1 milione e 249 mila euro l'anno. Dati inoppugnabili. La legge 5 del 2020 non incide su questo impianto". "Si è formato un singolare cartello che ha utilizzato in perfetta malafede fake news e bugie per demonizzare ed infangare il Consiglio regionale della Calabria. In questo triste cartello di sciacalli ci sono paladini dell'antipolitica, nostalgici della prima Repubblica, anti-meridionalisti a pagamento, giornalisti che si cimentano in fantasiosi racconti ed anche candidati alla presidenza della regione sonoramente bocciati". Tallini ha poi spiegato l'iter storico e legislativo sul trattamento ai consiglieri regionali. Ha sottolineato comunque che si è trattato di un errore, quello commesso una settimana fa. Poi si dice sicuro che con il suo lavoro "il Consiglio saprà ottenere la fiducia dei calabresi". 

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LEGGI QUI IL TESTO DI LEGGE 

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Filippo Mancuso (segretario-questore della Lega) ha relazionato il provvedimento. "La legge 5/2020 non ha aumentato le indennità differite regolate dalla legge 13 del 2019". Mancuso ha spiegato come l'intenzione originale era quella di correggere un aspetto legato al Tfr fra chi decideva o meno di ricorre alla contribuzione volontaria, ma non inserire la misura a favore dei consiglieri decaduti. "Siamo qui per produrre leggi di qualità per dare una sterzata alla politica politicante dei decenni scorsi e agli errori compiuti in mezzo secolo di regionalismo". "Un incidente di percorso -ha aggiunto Mancuso- che non si ripeterà mai più. Non siamo il Consiglio regionale dei privilegi": Domenico Bevacqua (Pd): "Non potevamo fare peggiore scelta. Abbiamo instillato il dubbio sulla nostra credibilità. Un Consiglio regionale non si può permettere di dare una simile impressione all'esterno". Inoltre ha insistito sulla necessità di eleggere i presidenti delle commissioni consiliari. Chiedendo scusa, Tilde Minasi (Lega) ha detto: "Una brutta pagina della storia di questa assise. Graziano Di Natale (IriC) ha invocato la votazione elettronica. Francesco Pitaro (misto) ha parlato di "inganno", ammettendo la sua "leggerezza". Ha poi chiesto di individuare alla maggioranza il "furfantello" che ha fatto sì di far passare la legge che "comunque non avrebbe superato il vaglio di costituzionalità". Pietro Molinaro (Lega) ha lasciato intendere che quel documento qualcuno non lo aveva mostrato in conferenza dei capigruppo ed è nato "l'errore". Inoltre ha chiesto l'abrogazione dell'articolo 42 del regolamento che consente l'inserimento di proposte non previste nell'ordine del giorno della seduta. Aieta (DP) ha parlato di "danno incalcolabile". Poi ha precisato: "Noi non percepiamo il vitalizio". Pippo Callipo (IriC): "E' una cosa che ci fa onore, checché ne dicano ciarlatani". Nicola Irto (Pd): "Al populismo la migliore risposta è la verità". Il consigliere ha fatto capire la necessità di intervenire sugli stipendi dei burocrati, sui gruppi e sulle strutture speciali. Dopo Luigi Tassone (Pd) è intervenuto Baldo Esposito (CdL): "Mi sento il fango addosso. Ritengo che da oggi parte un nuovo modo di condividere in maniera bipartisan certi messaggi". Dopo la chiosa di Tallini, l'Aula vota l'abrogazione della legge 5 del 2020. 

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