Continua il viaggio nella sanità di Puzzonia con una proposta di "sistema" per un rinnovato servizio sanitario in Calabria

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images Continua il viaggio nella sanità di Puzzonia con una proposta di "sistema" per un rinnovato servizio sanitario in Calabria
Università Magna Graecia di Catanzaro
  30 luglio 2023 08:45

Il viaggio del dott. Lino Puzzonia per “La Nuova Calabria”, nel complesso e anche caotico sistema sanitario calabrese continua. Con questa nona puntata entra nel vivo delle problematiche. Siamo, dunque, nel presente. Lino Puzzonia, forte della sua esperienza accumulata nei tanti anni di attività professionale come medico ematologo affronta le tappe lungo le quali articolerà una proposta di sistema. Con un linguaggio che vuole essere comprensibile soprattutto per la “gente dei diritti” talvolta negati. Ai nostri lettori, a quanti seguono Puzzonia nel “viaggio” avventuroso proponiamo, quindi, una attenta lettura e a quanti lo ritengono anche di esprimersi. Farsi quindi coinvolgere. Buona lettura, anzi buon viaggio!

UNA PROPOSTA DI “SISTEMA” PER UN RINNOVATO SERVIZIO SANITARIO REGIONALE IN CALABRIA

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di LINO PUZZONIA

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Dopo i miei ricordi di mezzo secolo di sanità pubblica in Calabria,  provo, a partire da oggi, ad avanzare una proposta di massima

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per delineare un nuovo Servizio sanitario regionale in questa regione. Non si tratta evidentemente di un Piano sanitario regionale che è documento programmatorio e normativo, che richiede precisi elementi di fattibilità, copertura economica, tempi di realizzazione e che è, evidentemente, compito delle istituzioni e del loro complesso apparato tecnico e finanziario.

Quella di cui parlerò, e di cui, in realtà, sto parlando da un quarto di secolo, è un approccio complessivo di carattere ideale, culturale e, naturalmente, anche politico. Se scenderò nei dettagli, facendolo sembrare una sorta di piano, è soltanto perché questo mio sforzo non è dedicato agli addetti ai lavori o solo ad essi ma è dedicato piuttosto alla gente dai diritti negati. Questi ultimi devono comprendere il tipo di proposta e possono farlo solo se gli si mette davanti una ipotetica organizzazione che permetta loro di esprimere un giudizio e di poter partecipare alle scelte ma che, specialmente, può forse consentire di sfuggire, finalmente, alla demagogia della politica che ha imperato nella sanità calabrese.

Sono certo che le prime obiezioni di quanti non saranno d’accordo consisteranno nel dire che si tratta di un libro dei sogni. Certo questa proposta cozza contro alcune questioni che hanno condizionato la sanità in questo paese a partire dal blocco delle assunzioni del personale per esempio. Ma voglio dire subito non solo che quella è una norma iniqua e miope ma che essa viene, ogni giorno elusa, in tutta Italia, ricorrendo alle cooperative e ai “medici a gettone”, trattando cioè le professionalità sanitarie come beni e servizi, con costi immensi. In Calabria poi, dove non esiste una struttura di sistema, sono denari assolutamente sperperati, solo delle toppe, dei pannicelli caldi che lasciano il disastro preesistente.

Mi pare opportuno partire prima che dal merito dalle questioni di metodo. Da un diverso modo di porsi innanzitutto della politica.

Il ruolo della politica e la determinazione della classe dirigente

Certamente il tutto richiede una regia accurata della politica che dovrebbe innanzitutto:

rinunciare per sempre alla ricerca del consenso in maniera demagogica, ma offrendo, o almeno facendo intravedere in maniera concreta, i risultati sui quali essere valutata per il buon o cattivo governo

rinunciare ad utilizzare la gestione delle varie parti del settore come sottogoverno affidandola a una classe dirigente selezionata sulla base non della fedeltà politica ma di competenze dimostrate, a cui richiedere risultati facilmente misurabili ma con il tempo sufficiente per realizzarli e, in caso positivo, con il giusto compenso. Oggi in Calabria un Direttore generale guadagna meno dei suoi direttori di Dipartimento e se uno di questi viene chiamato a fare il Direttore sanitario aziendale ne ha un danno economico significativo.  E allora, se una parte della classe dirigente assume un ruolo per “passione” degli interessati per dei ruoli gratificanti (e di casi virtuosi ce ne sono più di quanti non si immagini) è lecito quantomeno il sospetto che un’altra parte delle nomine avvenga solo per fini di potere e quindi con compensi del tutto diversi. Assistiamo allora alle girandole di passaggi da un’azienda all’altra, di nomine, di esclusioni, in certe fasi convulse della gestione del potere e specialmente dopo i cambi della guardia in Regione.

 La classe dirigente della sanità dovrebbe invece poter vivere in un clima assolutamente più sereno. Dovrebbe sapere di poter , dopo aver accettato degli obiettivi,  contare sui previsti tempi per poterli raggiungere e su una valutazione obiettiva indipendentemente da chi comanda in Regione. Lo spoil-system non è riprovevole in sé (se accomuna competenze e affinità politica) ma lo diventa quando interrompe violentemente un virtuoso percorso del dirigente solo per assenza di quell’affinità conseguente a un ribaltone politico.

Altrimenti si salvano sempre e solo gli uomini di tutte le stagioni, gli “yes men” del sottobosco politico.  Vengono invece travolti quelli che hanno dedicato momenti importanti della propria vita personale e professionale al tentativo di risollevare una regione dalla propria condizione subalterna.

Rinuncerà la politica ad un sistema così facile ad automantenersi? I presidenti delle Giunte in Calabria cambiano di segno politico ad ogni legislatura perché alla fine della corsa vi è sempre una carenza tra le tante promesse fatte e quelle esaudite di cui sono i soli a pagare lo scotto. C’è invece un gruppo di soggetti politici, i Consiglieri regionali, che cambiano molto meno perché, in maggioranza od opposizione che siano, riescono a sfruttare al massimo il legame con i loro territori e con i loro elettori. Molto spesso insomma dei cacicchi.

Io spero che ciò possa avvenire cercando di mettere in moto il programma di cui parleremo dalla prossima settimana.

Lino Puzzonia

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