Il Comitato dei bergamotticoltori reggini organizza un altro incontro pubblico a favore dell’IGP per domenica 24 marzo a Locri. Appaiono le prime crepe dell’ipotesi DOP e le gravi carenze documentali.
21 marzo 2024 14:23Continua la protesta dei bergamotticoltori a sostegno dell’IGP per il Bergamotto di Reggio Calabria ed emergono le prime crepe dell’ipotesi DOP con gravi carenze tecniche e documentali. Il Comitato dei bergamotticoltori reggini organizza un altro incontro pubblico a Locri dopo quello molto partecipato di Roghudi (RC) e dopo il sit-in di sensibilizzazione di martedi 12 marzo a Palazzo Campanella sede del Consiglio regionale della Calabria, insieme a Copagri, Conflavoro Agricoltura, Liberi Agricoltori-Anpa, Nuova Unci Calabria, USB Lavoro Agricolo, Comitato promotore per l’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria”.
Il presidio al Consiglio Regionale ha voluto sensibilizzare la cittadinanza e tutti i consiglieri regionali sul clamoroso caso Bergamotto di Reggio Calabria: ottenuto l’IGP dal Ministero dell’agricoltura a dicembre, con una brusca sterzata la Regione ha deciso di scrivere agli uffici ministeriali per sollecitare una incomprensibile interruzione dell’iter dell’IGP ormai concluso, a favore invece dell’iter della ipotetica DOP, che prevede l’estensione del riconoscimento esistente dall’olio essenziale al frutto, presentato dal Consorzio di tutela della DOP ad agosto e però già sospeso ufficialmente dal Ministero a gennaio, vista l’avvenuta approvazione dell’IGP. Si è determinata così una incresciosa situazione di stallo che andrà risolta amministrativamente solo se sarà opportunamente salvaguardata dagli interventi a gamba tesa di una certa politica, che purtroppo ne ha fatto una questione di principio. Dopo l’endorsement ottenuto dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria con la mozione consiliare del 9 marzo, dal commissario regionale della Lega Saccomanno, dal responsabile regionale UDC Speziale, da numerosi sindaci del territorio e da altri sindacati a sostegno dell’IGP, anche il consigliere regionale Ernesto Alecci nella stessa giornata dell’assemblea del Consiglio regionale, ha presentato una interrogazione al presidente Occhiuto nella quale si chiedevano le motivazioni di una scelta così drastica ovvero di chiedere al Ministero di interrompere la procedura di riconoscimento IGP per il bergamotto di Reggio Calabria, dopo tre anni dal parere favorevole fornito dallo stesso Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria e dopo pochi mesi dall’approvazione ministeriale alla quale mancava solo l’ultimo step: la convocazione della Riunione di pubblico accertamento. Per Francesco Macrì presidente di Copagri “si è configurata una situazione paradossale che non fa il bene del territorio. Appare impossibile che dopo aver ottenuto un obiettivo in seguito ad una istruttoria durata due anni e mezzo, oggi si rischia un ulteriore rinvio per motivi di fatto lontani dalla realtà e dai regolamenti comunitari e per motivi probabilmente politici e comunque dovuti ad interessi che non riguardano i veri agricoltori. Copagri sostiene con forza l’IGP soprattutto dopo aver confrontato i due disciplinari, quello dell’IGP e quello della DOP”. Roberto Capobianco presidente di Conflavoro, che proprio pochi giorni fa ha incontrato il Ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida dopo una richiesta ufficiale per affrontare e risolvere le problematiche legate alla conclusione della fase finale dell'iter di riconoscimento dell’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria", continua a sostenere questa causa “in quanto è evidentemente a tutela e promozione di un prodotto simbolo del territorio, della produzione agricola e quindi anche produttiva della Calabria.
Ottenere il marchio di qualità per il Bergamotto di Reggio Calabria è un traguardo fondamentale nell'iter delle certificazioni perchè potrà contribuire alla crescita economica del comparto, al pari di tanti altri prodotti ortofrutticoli e agrumicoli IGP italiani ed europei, già noti ai consumatori”. Giuseppe Mangone presidente di Liberi Agricoltori sostiene che “occorre ascoltare la voce dei diretti interessati e di chi non tollera questi abusi, come è stato già dimostrato dalla folta presenza di bergamotticoltori anche all’assemblea pubblica a Roghudi oltre che al sit-in del 12 marzo, dove sono emerse numerose criticità rispetto alla gestione, spesso anacronistica, dei vari “consorzi del bergamotto” esistenti. Abbiamo potuto confrontare serenamente i due disciplinari e quello della DOP è davvero anacronistico oltre che rischioso da attuare per il territorio e che andrebbe rivisto; fortunatamente il Masaf non l’ha nemmeno istruito: ma se dovesse accadere si perderebbero altri anni preziosi”. Lidia Chiriatti presidente di Nuova Unci Calabria sottolinea il ruolo della cooperazione: “Continuiamo a sostenere le centinaia di agricoltori singoli e riuniti in cooperativa per l’ottenimento dell’IGP.
Queste iniziative di incontro e confronto che si configurano come vere attività di animazione territoriale, proseguiranno e ci fanno già immaginare azioni costruttive ulteriori, magari in collaborazione con i sindaci e i GAL dei territori interessati, per l’attivazione di un Distretto del Bergamotto e di un Contratto di filiera”. Interviene anche Rosario Previtera del Comitato per il Bergamotto di Reggio Calabria IGP che coordina le centinaia di agricoltori aderenti sin dal 2021: “Sia nelle interviste che nei nostri scritti abbiamo dimostrato più volte che non vi è differenza di valore tra IGP e DOP e che l’IGP ha le medesime caratteristiche di una DOP in termini di filiera all’interno dell’area vocata, così come abbiamo ribadito più volte che si era giunti ad un accordo unitario il 24 aprile 2023 alla Regione Calabria ma che naturalmente fu ribaltato poiché la politica, le poltrone e i finanziamenti, ormai noti, sono per alcuni più importanti del raggiungimento del vero obiettivo terrtioriale.
E’ in atto una campagna di disinformazione, sostenuta oltre che dai politici a favore dell’ipotesi DOP anche da partiti, associazioni, medici, che senza approfondire e capire cosa stia succedendo preferiscono fare i tuttologi sulla base di classiche indicazioni standard offerte dal web. Basti pensare ad alcune dichiarazioni, col tenore di barzelletta, diffuse in alcune interviste sul “Cosciotto di agnello sardo IGP” che fa comprendere come le chiacchiere da bar diventino quasi un mantra da ripetere per allontanare l’opinione pubblica dalla verità dei fatti. Fatti sempre più gravi visto che avendo analizzato il disciplinare DOP proposto, dopo la richiesta di accesso agli atti, abbiamo scoperto elementi al limite della legittimità che ostacolerebbero addirittura gli agricoltori. Uno tra i tanti, che racconteremo al prossimo incontro di Locri, è la completa assenza degli studi dell’Università tanto sbandierati finora oltre che l’assenza di quanto previsto e richiesto dal Regolamento comunitario specifico per la modifica di un disciplinare!
Ci chiediamo come sia possibile che la Regione abbia dato parere favorevole a settembre e come sia possibile che alcune associazioni di categoria continuino a sostenere, contro gli interessi degli agricoltori, l’ipotesi della DOP, la cui istruttoria ancora non è cominciata al Ministero, visto che in realtà è stata sospesa a gennaio, in seguito all’approvazione dell’IGP già a dicembre 2023. Appare a dir poco icredibile che una certa politica unitamente alla superficialità della Regione, della Camera di Commercio e di alcune associazioni, che a questo punto è evidente che non hanno mai letto il disciplinare DOP, possano contribuire a fermare il processo avviato e consolidato dell’IGP, solo per tutelare l’interesse di pochi, che gradualmente siamo certi emergerà”. Giuseppe Falcone e Aurelio Monte del Comitato dei Bergamotticoltori reggini precisano: “tutti insieme, anche con chi vorrà aggregarsi ulteriormente tra associazioni, comitati ed altre sigle sindacali, stiamo organizzando specifici incontri sul territorio per sensibilizzare il comparto e divulgare il Disciplinare dell’IGP approvato dal Ministero. La massa critica di bergamotticoltori dimostrerà anche al Ministro Lollobrigida che esiste una vera e piena rappresentatività agricola la quale, finalmente, dopo vent’anni di parole, vuole a tutti i costi, ad un passo dal traguardo, l’ottenimento di un riconoscimento reale e costruttivo per il bergamotto di Reggio Calabria, fondamentale per il futuro dell’economia rurale e dell’indotto del territorio. E per fare il paio con i detti popolari che tanto piacciono all’assessore Gallo, è il caso di citare per l’occasione il famoso adagio calabrese “i scecchi si sciarrìanu e i barrìddhi lèvanu a fùria”. L’azione della Regione si configura come un vero e proprio atto di prepotenza, con motivazioni paradossali, al di fuori da ogni logica e rispetto istituzionale nei confronti degli agricoltori”.
La prossima manifestazione pubblica è prevista a Locri presso l’aula consiliare comunale domenica 24 marzo alle ore 17,00 nella quale, tra gli altri argomenti, verrà presentato e distribuito il Disciplinare dell’IGP approvato dal Ministero dell’Agricoltura.
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