di IACOPO PARISI
Rafforzare la consapevolezza e potenziare gli strumenti di prevenzione e contrasto alla violenza di genere: questo l'obiettivo del convegno "Prevenzione e contrasto della violenza di genere", promosso dalla CISL Magna Grecia e dalla Questura di Catanzaro, che si è svolto questa mattina presso la Camera di Commercio di Catanzaro. L’iniziativa, inserita nell’ambito della collaborazione tra CISL e Questura sui temi della sicurezza, ha rappresentato un'importante occasione di confronto tra istituzioni, Forze dell’Ordine e parti sociali.
L’apertura dei lavori è stata affidata a Daniele Gualtieri, Segretario Generale CISL Magna Grecia, che ha sottolineato l’importanza di "fare rete" tra istituzioni e associazioni per un’azione più efficace. A seguire, Pietro Falbo, Presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, ha evidenziato il valore della presenza di esperti di alto livello nel dibattito, ringraziando in particolare il Questore Giuseppe Linares.
Tra i momenti salienti, la proiezione di un video che ha illustrato un caso di stalking sfociato in femminicidio, con un'analisi delle dinamiche precedenti all’omicidio e delle strategie di prevenzione. Particolare attenzione è stata riservata all’"ammonimento del Questore", una misura di tutela rapida ed efficace che consente di intervenire preventivamente nei casi di violenza domestica, stalking e cyberbullismo.
Il Questore di Catanzaro, Giuseppe Linares, ha rimarcato come molte donne si sarebbero potute salvare se avessero denunciato per tempo la loro situazione. Ha inoltre evidenziato la necessità di superare la scarsa consapevolezza collettiva sulla violenza domestica, ancora troppo spesso percepita come una questione privata. "La violenza sulle donne si manifesta in forme fisiche, psicologiche ed economiche, e spesso le stesse vittime faticano a riconoscerla", ha affermato Linares. Ha poi sottolineato il valore dell'ammonimento come strumento di prevenzione, ricordando che il ruolo della Polizia di Stato non si esaurisce nella repressione dei reati, ma include anche la protezione e il supporto alle vittime.
Danilo Di Lauro, Funzionario della Polizia di Stato del Servizio Centrale Anticrimine di Roma, ha posto l’accento sulla necessità di un approccio sociale alla prevenzione, sottolineando il ruolo della formazione e delle campagne di sensibilizzazione. Ha citato il Piano Strategico Nazionale contro la violenza nei confronti delle donne, che prevede azioni di prevenzione, formazione e supporto. Ha inoltre illustrato il contributo delle tecnologie nel contrasto alla violenza di genere, come l’uso dell’app "YouPol" della Polizia di Stato, che consente di segnalare episodi di violenza in modo anonimo e immediato. Infine, ha menzionato l’adozione del sistema "Scudo", un innovativo database che permette di monitorare e analizzare i casi di violenza con maggiore efficacia.
Giulia Pantano, Procuratore Aggiunto della Repubblica di Catanzaro, ha spiegato come l’inasprimento delle pene per alcuni reati di violenza di genere si inserisca in un quadro normativo sempre più attento al tema. Ha chiarito che, sebbene non esista formalmente il reato di "femminicidio" nel codice penale italiano, l’omicidio di una donna in quanto donna viene trattato con la massima severità. Ha anche evidenziato l’importanza delle misure cautelari applicate tempestivamente nei confronti degli aggressori, sottolineando come la sinergia tra magistratura e forze dell’ordine sia fondamentale per prevenire tragedie annunciate.
Francesco Minniti, Dirigente della Divisione Anticrimine, ha illustrato il valore dell’ammonimento come strumento preventivo, che consente di intercettare la violenza prima che degeneri. "L’80% degli ammonimenti riesce ad arginare il fenomeno, evitando conseguenze più gravi", ha spiegato, aggiungendo che sempre più donne si rivolgono alle forze dell’ordine senza formalizzare una denuncia, per timore di ripercussioni familiari. Ha inoltre sottolineato la necessità di rafforzare i percorsi di protezione, potenziando l’assistenza psicologica e legale alle vittime.
Andrea Matrella, Funzionario della Squadra Mobile di Catanzaro, ha evidenziato il cambiamento nell’approccio investigativo, con una maggiore attenzione ai cosiddetti "reati spia", ossia quei segnali premonitori di violenza che in passato venivano sottovalutati.
La Segretaria Generale CISL, Daniela Fumarola, ha sottolineato il ruolo del lavoro come strumento di emancipazione per le donne vittime di violenza. "Troppe donne rimangono intrappolate in situazioni abusive per motivi economici. Dobbiamo rafforzare le politiche di reinserimento lavorativo e garantire maggiori tutele per chi denuncia molestie sul posto di lavoro", ha dichiarato. Ha poi ribadito la necessità di un cambiamento culturale profondo, attraverso il coinvolgimento delle famiglie, delle scuole e delle istituzioni. Nel suo intervento ha inoltre presentato dati allarmanti, ricordando come il nostro Paese si trova ancora al 63º posto nel mondo per divario di genere, ben lontano da altre nazioni europee. Ha quindi lanciato un appello affinché le aziende e le istituzioni si facciano carico di programmi di inclusione lavorativa specifici per le donne vittime di violenza.
A concludere i lavori è stato Gualtieri, che ha ribadito l’importanza della collaborazione tra le istituzioni e la necessità di rendere operativi strumenti legislativi come la "Legge Roccella", finalizzata a rafforzare la tutela delle vittime e a contrastare i "reati spia".
L’evento ha registrato una partecipazione davvero significativa, segnale della crescente attenzione sul tema e della volontà condivisa di passare dalle parole ai fatti per garantire una maggiore sicurezza e tutela alle donne vittime di violenza.
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