Un prezioso "rifugio" nello scritto dello studente Claudio Lia del Liceo Classico di Catanzaro
18 novembre 2022 15:16Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio: e in sull’uscio mi spoglio quella veste quotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali: entro nelle antique corti dell'antiqui huomini. dove mi pasco di quel cibo che solum è mio, dove io non mi vergogno parlare con loro e (_) tutto mi trasferisco in loro».
Niccolò Machiavelli, dalla sua dimora dall’Albergaccio, in esilio, lontano da quella Firenze tanto amata, si accinge a scrivere il libro che lo consacrerà in eterno avvalendosi dell’aiuto di alcuni “collaboratori" d’eccezione: gli "Antiqui huomini”. Machiavelli dialoga con gli scrittori dell’antichità classica per ore senza sentire la minima noia e dimenticando le miserie del presente. Allo stesso modo, per noi studenti del liceo classico, leggere gli antichi non significa dedicarsi allo studio di libri polverosi e dimenticati, ma infrangere la chiusura delle nostre menti, troppo spesso nutrite da una subcultura sciatta, superficiale ed effimera.
I libri degli antichi resistono all'usura del tempo e rappresentano il tesoro che il passato ci ha lasciato in eredita. Sono “vere presenze” che aprono interrogativi e squadernano soluzioni, che rasserenano l'anima, preparandolo a nuove sfide perché non siamo noi a leggere i classici, ma sono loro a leggere dentro di noi. Tramandati su papiro o pergamena, i classici greci e latini ci insegnano a vivere, propongono modelli, suggeriscono valori e, superando pregiudizi inveterati, bonificano la nostra aridità di mente e di cuore.
Emblematica, a tal proposito, la figura di Antigone, dell’omonima tragedia sofoclea, la quale, anteponendo la sua coscienza e la sua umanità a una legge ingiusta, si oppone alla ragion di Stato, in nome di una legge non scritta ma eterna: l’Amore: “Non sono nata per condividere l’odio, ma l'amore!”.
Antigone, figlia di un passato lontano, emerge dalle ceneri di un libro "polveroso" per diventare un modello per le generazioni attuali e future. La letteratura, dunque, la letteratura "buona" non è mai inutile ma, come scrive M. V. Llosa, crea una sorta di fratellanza all'interno della diversità umana ed eclissa le frontiere erette tra gli uomini e le donne dall'ignoranza, le ideologie, le religioni, le lingue e la stupidità.
Claudio Lia
Classe VB Liceo Classico "P. Galluppi" Catanzaro
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