Controvento Catanzaro APS: "Se non hanno pane, che mangino il brand!"

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images Controvento Catanzaro APS: "Se non hanno pane, che mangino il brand!"

  08 gennaio 2025 09:23

 A Catanzaro il nuovo anno si è aperto all’insegna di discorsi già sentiti. La pulizia delle strade, le buche diventate voragini, il Capodanno in piazza che ha fatto storcere il naso a tanti. Segno che, probabilmente, il nuovo anno è solo un numero e i problemi non si risolvono da soli.

Però, fra tutte, una polemica nuova di zecca ha attirato più di altre l’attenzione della nostra associazione. Quella del c.d. “City branding”. Pare infatti, che la ragguardevole somma di diecimila euro sia stata destinata dall’amministrazione comunale, attraverso il conferimento di un incarico ad un artista locale, al fine di brandizzare la città. Durante la presentazione dell’iniziativa, alla fine dell’anno appena passato, l’amministrazione, per il tramite dell’assessore competente, ha speso parole importantissime per lanciare tale campagna, mostrando di credere molto in questo progetto, che si propone di diventare volano per attrarre turisti e visitatori dall’esterno. In che misura però non è dato saperlo. Decine, centinaia, migliaia?

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Però l’idea, che qui non vogliamo giudicare (non ci interessa la mera critica) appare intempestiva e quantomeno rivedibile. Ma andiamo con ordine. Anzitutto cos’è il City branding? Si tratta di una strategia di comunicazione invero assai risalente, che consiste nella costruzione dell’identità di una città e nella sua comunicazione all’esterno in un’ottica di promozione, come avviene per qualsiasi brand. Attraverso il place branding (processo di creazione dell’identità di un luogo) una città si racconta e cerca di posizionarsi nel mercato turistico. Se per un brand infatti è importante intercettare nuovi clienti, lo stesso vale per le città che, esattamente come le aziende, sono in competizione tra di loro. Fin qui la teoria. Nella pratica, si sa, le cose possono cambiare e anche tanto. Catanzaro è una città con tante, troppe criticità da curare. E’ sotto gli occhi di tutti come la semplice manutenzione delle strade, la gestione del verde pubblico ed il traffico appaiano, ad oggi, come fenomeni incontrollabili. E’ forse questo quello che si vuole veicolare all’esterno? Il brand che vogliamo far viaggiare è il cratere rattoppato di via Indipendenza? O forse la cartolina da esportare è la scalinata di fronte al Comune divorata dalle erbacce? O ancora meglio, il Porto che non si riesce a vedere ultimato? Riteniamo di no… e allora, forse, sarebbe stato più giusto veicolare fondi e risorse professionali nella risoluzione, anzitutto, dei problemi sopra individuati. La logica sarebbe dovuta essere: prima si porta una città a livelli accettabili della qualità della vita dei suoi abitanti (Catanzaro è al 90esimo posto in Italia), dopo si lavora sul brand. DOPO. Questo per ciò che attiene all’intempestività sopra richiamata ed in generale all’errata valutazione dell’ordine delle priorità.

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Quanto alla gestione rivedibile dell’iniziativa, contestiamo anche il metodo con cui si sta pervenendo al City branding. Non ci risulta che per arrivare al conferimento di tale incarico si sia passati per un bando pubblico, che avrebbe potuto coinvolgere e interessare i tantissimi e altrettanto bravi artisti e professionisti del settore pubblicitario che vivono Catanzaro. Magari così facendo, si sarebbe potuto (forse anche risparmiando) creare la vera inclusione, in trasparenza, nei fatti e non soltanto negli slogan. Altrettanto bello sarebbe stato coinvolgere nell’iniziativa le tante realtà del terzo settore che animano la città, quasi sempre con risorse esclusivamente proprie, che cercando di dare impulso alla promozione sociale, all’arte, al decoro urbano, realizzano il vero e autentico City branding.

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Invece quello che ci sembra sia venuto fuori da questa azione, lo diciamo con rammarico, è il più classico degli spot, figlio di una logica estemporanea e sganciata dalla realtà quotidiana.

Pur non avendo la pretesa di essere ascoltati, riteniamo che se davvero si volesse perseguire il bene collettivo, ciò non potrebbe che passare in primis attraverso il miglioramento sostanziale dei servizi essenziali che una città deve garantire ai suoi cittadini. Per questo tutti noi paghiamo imposte e tasse certo non di poco conto, non per avere soltanto il nome stilizzato della nostra città, oltretutto senza che ciò abbia animato un confronto, un’adesione, un idem sentire. Abitiamo una città agonizzante, in cui interi quartieri sono storicamente ghettizzati se non addirittura dimenticati (Viale Isonzo e Aranceto su tutti). Nella nostra esperienza professionale e sociale possiamo toccare con mano, ogni giorno, di come le fasce deboli di questa popolazione non si siano mai sentite così ai margini. Questo è il punto più dolente. Senza voler lanciare la croce addosso a nessuno, non possiamo far finta di non vedere come la città abbia abbandonato i tanti catanzaresi senza una casa, senza un lavoro, senza un futuro per i propri figli. Ci viene da dire: Se non hanno pane, che mangino il brand!

Sin da quando Controvento si è costituita, ha messo al centro della sua attività la tutela della fascia più fragile della città, attraverso innumerevoli iniziative tese da un lato a segnalare le criticità che questa realtà di popolazione affronta quotidianamente, dall’altro a porgere il megafono direttamente ai tantissimi attori del terzo settore che costituiscono il cuore pulsante di Catanzaro. Realtà perse in un mare di indifferenza e che bussano alle porte delle istituzioni, sovente inascoltate. Riteniamo che la misura sia colma e non possiamo più tacere.

Non vogliamo sminuire l’iniziativa, non la vogliamo neanche criticare nel merito, ma non è con un brand che si risolvono i problemi o si può rilanciare il tessuto economico, oltretutto lanciandolo nel vuoto della mancanza di un’ottica di sistema.

Consiglio non richiesto all’amministrazione comunale: il terzo settore dovrebbe essere messo al centro dell’agenda politica, perché è da lì che il territorio, organizzato in gruppi, chiede ascolto e segnala istanze. Perdere il contatto con la vita reale è il primo indice di un sicuro fallimento politico.

Controvento Catanzaro A.P.S.

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