In città l’emergenza animali non conosce fine. Solo qualche giorno fa ci è giunta una segnalazione che riportava come nel quartiere Cavita circolasse indisturbato ed in pieno giorno, un branco di cinghiali adulti, con tutto quello che ne consegue in termini di paura a uscire di casa soprattutto tra i bambini e gli anziani della zona.
Ma se quello degli ungulati è un fenomeno che attiene al contenimento della fauna
selvatica, come tale di competenza regionale e provinciale, la gestione di cani e gatti
randagi sul territorio, compete al comune.
Non è un mistero per nessuno che in città manchino completamente strutture e
professionisti a ciò deputati. Non esistono né canili, né gattili pubblici e di conseguenza la
figura del c.d. accalappiacani è assente. Ma la cosa davvero più grave è che non ci
risultino essere in cantiere soluzioni al problema. Semplicemente l’amministrazione ignora
la questione, rimettendola ai pochi “eroi”, privati e associazioni, che quotidianamente, a
proprie spese, curano e salvano dalla strada decine e decine di cani e gatti, altrimenti
destinati a morte certa.
Non si può negare come l’emergenza randagismo sia complessa ed ostica da affrontare,
visto che abbraccia plurimi aspetti quali l’ecologia, il welfare, la sicurezza.
La stima più vicina alla realtà parla di almeno tre/quattro milioni tra cani e gatti randagi
presenti in Italia. Nonostante questo numero impressionante il nostro Paese è
terribilmente indietro nella politica di sterilizzazione, adozione, informazione e
sensibilizzazione sul fenomeno e sui comportamenti da tenere quando si ha a che fare
con questi animali. Peraltro, per ciò che attiene ai gatti, è assente anche l’anagrafe
obbligatoria.
Ed è proprio sulla base di quanto sopra citato che, a fronte della crescente popolazione di
cani e gatti randagi nelle aree urbane di Catanzaro, si rende necessaria la creazione di
canile e gattile comunali, capace di offrire loro un ambiente sicuro e protetto, svolgendo
anche un importante ruolo per ciò che attiene la sterilizzazione ed il recupero di cani e
gatti malati o feriti. Difatti, se i cani liberamente circolanti in città, quando presenti in
branco rappresentano un pericolo per la pubblica incolumità, anche i gatti randagi non
sono da meno, potendo essere veicolo di malattie e parassiti, sia per gli animali domestici
che, in alcuni casi, anche per gli esseri umani.
L’auspicio è che il decisore politico cittadino si attivi al più presto per affrontare il
fenomeno, chiarendo una volta per tutte se e come intende farlo, coinvolgendo i tanti
operatori del terzo settore nell’iniziativa e nel confronto a ciò propedeutico. Lo spessore
etico e culturale di una città si misura anche da come tratta i suoi animali. O da come gli
ignora.
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