
Il 2025 segna un'accelerazione decisiva nell'integrazione tra intelligenza artificiale e processi aziendali, ridefinendo in modo particolare la comunicazione. L'impatto più profondo si registra nell'area della customer relationship management (CRM), dove il dialogo tra esseri umani e macchine non è più un'ipotesi futura, ma una realtà operativa quotidiana. Le IA generative e gli assistenti virtuali sono ora in grado di gestire le interazioni di primo livello, ma la vera sfida si sposta sulla qualità della collaborazione tra la tecnologia e il professionista umano. Questo nuovo equilibrio è diventato il fulcro del moderno lavoro di gestione del cliente. È il principio su cui realtà specializzate nel CRM e nei servizi di contact center, come Accueil, basano la propria offerta, integrando l'organizzazione e la qualità delle risorse umane con le nuove frontiere tecnologiche per ottimizzare l'intera filiera del dialogo con l'utente.
L'avvento di IA capaci di sostenere conversazioni fluide sta trasformando radicalmente i mestieri del contatto. Il telemarketing, ad esempio, si sta evolvendo da un approccio basato su volumi e script rigidi a un modello di human-in-the-loop. Le macchine possono identificare i potenziali clienti (lead) più promettenti analizzando enormi moli di dati comportamentali, o gestire le fasi preliminari del contatto con chatbot evoluti. Questo permette all'operatore umano di intervenire solo nei momenti cruciali, quelli che richiedono empatia, negoziazione e la capacità di comprendere bisogni complessi e non strutturati. In questo modello, l'operatore "dialoga" prima con l'IA per analizzare il profilo completo e la storia dell'interlocutore, e solo successivamente avvia la conversazione con il cliente finale, in un processo di comunicazione molto più mirato, strategico e ad alto tasso di conversione.
La vera rivoluzione del 2025 non è la macchina che sostituisce l'umano, ma quella che potenzia la sua comunicazione in tempo reale. Nei contact center più avanzati, l'IA agisce come un copilota o un assistente aumentato. Mentre l'operatore è al telefono, la macchina ascolta la conversazione, la trascrive, analizza il sentiment dell'utente (cogliendo inflessioni di stress o insoddisfazione dal tono di voce) e suggerisce sul monitor dell'operatore le migliori risposte, le procedure corrette o le informazioni pertinenti (il cosiddetto "next best action"). La conversazione, quindi, non è più solo tra operatore e cliente, ma è un dialogo a tre, dove la tecnologia fornisce la precisione informativa e l'umano fornisce l'intelligenza emotiva, il giudizio e la capacità di adattare la comunicazione al contesto unico di quel cliente.
Questa simbiosi uomo-macchina, per essere efficace, non può essere improvvisata. Richiede un'organizzazione meticolosa dei processi e un investimento continuo sulla qualità delle risorse umane. Non è sufficiente acquistare la tecnologia; è necessario che le persone siano formate non solo a "usare" il software, ma a "collaborare" attivamente con l'intelligenza artificiale. Questo implica sviluppare la fiducia nei suggerimenti della macchina, ma anche il senso critico per sapere quando ignorarli o correggerli. Le aziende che, come nel caso di un CRM gestito in outsourcing, si occupano di milioni di queste interazioni, basano il loro vantaggio competitivo proprio sulla capacità di orchestrare questa complessa interazione.
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