Copagri a Fitto: "Calabria abbandonata dall'Europa, servono interventi"

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  19 settembre 2025 18:49

"La Calabria in questi anni anni non ha avuto uno sviluppo come il Portogallo, la Romania, Bulgaria tramite progetti della Comunità Europea. C'è stata una carenza da parte di chi avrebbe dovuto gestire questi fondi? La Calabria è abbandonata dalla Comunità. Io credo che bisognerebbe lavorarci tanto, in questa Calabria sempre più sottoposta a spopolamento; ha gli indicatori economici più bassi d'Italia", lo ha detto chiaro e tondo, con garbo ma altrettanta determinazione com'è sempre nel suo stile, il Presidente della Confederazione Produttori Agricoli (Copagri) Calabria Francesco Macrì al  Vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Raffaele Fitto, nel corso dei lavori della Giunta Esecutiva della Confederazione. Il barone Macrì ha precisato fra l'altro: "Non è un problema di siccità, problema che comunque c'è, ma è proprio una struttura economica debole e una mancanza totale di economia di reddito nelle aziende agricole e la mancanza di credito per le aziende, che in Calabria non c'è. Credo che bisogna lavorare per dare speranza e non basta neanche il ricambio generazionale, lo abbiamo visto in questi anni; la Calabria è la regione più Bio d'Italia. Stiamo prendendo soldi dalla Comunità ma li usiamo come sostegno al reddito. Perché il Bio non si traduce in un'occasione vera di mercato e di sviluppo economico del posto. Bisognerebbe lavorarci di più, sicuramente da parte nostra ma anche da parte vostra. Siamo sicuri che farete un grande lavoro - ha tuonato in conclusione il presidente Copagri Calabria Francesco Macrì - però c'è bisogno di lavorare tanto, perché fino ad ora anche i vostri predecessori del Mezzogiorno sono stati disattenti a quest'angolo di terra". 
Sul futuro della  politica agricola ad ogni livello, al centro del  confronto, si è registrata grande sensibilità e attenzione da parte di Raffaele Fitto, come ha ribadito il  Presidente nazionale della Copagri Tommaso Battista, che ha evidenziato: “Dal bilancio agricolo comunitario dipende non solo la sicurezza alimentare di tutta l’Europa, ma anche la sostenibilità ambientale e sociale di un comparto che, storicamente, fornisce un apporto insostituibile in termini di tutela e di presidio del territorio; intervenire su questo capitolo di spesa, stanziando 31 miliardi di euro per la PAC e andando sostanzialmente a ridurre le risorse del 22%, è una scelta scellerata che rischia di tagliare le gambe a migliaia di imprese agricole, con ripercussioni sullo sviluppo delle aree interne, delle zone montane e dei territori rurali. Un indebolimento che il Primario, già alle prese con le problematiche ataviche che da anni ne frenano lo sviluppo, non può assolutamente permettersi; così come non può permettersi l’istituzione di un fondo unico, che oltre ad esporre l’agricoltura al concreto rischio di una rinazionalizzazione delle politiche di settore, potrebbe tradursi in una ulteriore fonte di drenaggio di risorse fondamentali per assicurare la tenuta e la competitività del comparto. Ad aggravare ulteriormente la già delicata situazione dell’agricoltura - secondo Copagri - stretta nella morsa tra la bassa redditività e i costi di produzione alle stelle, c’è poi tutta la partita dei dazi imposti dall’amministrazione statunitense, che colpiscono numerose produzioni di eccellenza dell’agroalimentare nazionale, primi fra tutti i vini, i salumi, i formaggi e l’olio EVO, che nel 2024 hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli Stati Uniti, con un aumento complessivo del 17%. Facciamo pertanto appello al vicepresidente Fitto affinché si adoperi, come sta in parte già facendo, per mettere in campo ogni possibile sforzo che vada nella direzione di individuare delle misure strutturali che, nel medio-lungo periodo diano nuova linfa alla competitività dell’agricoltura, favorendo il ricambio generazionale e riconoscendo il fondamentale ruolo dei produttori agricoli quali custodi dell’ambiente e del territorio, nonché presidi insostituibili contro lo spopolamento delle aree rurali”. Chiusura con corale ringraziamento a Fitto, per la grande sensibilità e attenzione dimostrate.  Tra i suoi compiti fondamentali, peraltro figurano il rafforzamento della competitività, della resilienza e della sostenibilità dell'agroalimentare.

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